Come se non fosse già abbastanza trovarlo ogni sera ad Affari Tuoi su Rai1, adesso Flavio Insinna è sbarcato anche sul Secondo Canale con Boss in incognito. Il docu-reality di Rai2 decide di far a meno della conduzione fresca, ironica e moderna di Costantino Della Gherardesca per appesantirsi con l’uomo che apre i pacchi per il pubblico over di Rai1… PROSEGUI LA LETTURA »
Articoli nella categoria CRITICA TV
Giustizia e tv: se le trasmissioni di cronaca e il pubblico si trasformano nel “tribunale del popolo”
Le trasmissioni che si occupano di cronaca nera sono molteplici e il loro “peso giudiziario” è aumentato in modo fortissimo negli ultimi anni. Non è nostra intenzione criticare questo tipo di programmi ma ci interessa piuttosto capire il loro ruolo sulla società e sui processi stessi. Prendiamo spunto dal giallo di Garlasco, con la sentenza di Cassazione che ha definitivamente condannato Alberto Stasi per l’omicidio della fidanzatina Chiara Poggi; e ci serviamo di un lucido pezzo di Vittorio Feltri, pubblicato ieri su Il Giornale. PROSEGUI LA LETTURA »
Il Paradiso delle signore, la parola alla critica
Su Rai1 è andata in onda la prima puntata de Il Paradiso delle signore, la nuova serie racconta i sogni di un’Italia che si sta lasciando alle spalle i gravi strascichi della guerra. L’apertura del Paradiso delle signore, un grande magazzino in centro città, è come uno spartiacque tra l’Italia di prima e quella che verrà. Vediamo il giudizio di alcuni importanti critici televisivi. PROSEGUI LA LETTURA »
Fenomenologia di Tina Cipollari
Secondo molti osservatori, Tina Cipollari è l’emblema della tv spazzatura. Ma un giudizio così miope può essere espresso solo da chi non è un attento osservatore dei meccanismi televisivi o da chi guarda con disprezzo e snobismo a una certa televisione commerciale. PROSEGUI LA LETTURA »
I misteri di Laura: floppa il primo tentativo di diversificare la fiction Mediaset
Azzardiamo (ma neanche tanto) una fanta-previsione: se I Misteri di Laura fosse stato trasmesso da Rai1 avrebbe potuto sfiorare, se non raggiungere, i 5 milioni di spettatori e il 20% di share (dato raggiunto da Provaci ancora Prof che, per struttura narrativa, non è molto distante dalla nuova fiction di Canale 5). Ma in televisione i dati di gradimento non sono mai “assoluti” ma quasi sempre dipendono dalla rete su cui vanno in onda e dall’identità della stessa. PROSEGUI LA LETTURA »
Unti e Bisunti meglio di Masterchef
Tra i programmi di cucina, due in particolare spiccano per diversità. Stiamo parlando di Masterchef, il talent di Sky, e Unti e Bisunti, il factual di Chef Rubio in onda ogni martedì sera su Dmax, canale 52. PROSEGUI LA LETTURA »
È arrivata la felicità, una comedy fresca e moderna
Ivan Cotroneo, Stefano Bises e Monica Rametta, il trio delle meraviglie della fiction Rai (loro hanno firmato i migliori prodotti degli ultimi anni: Tutti pazzi per amore per il genere comedy, Una grande famiglia per il genere drama), si sono ripresi alla grande dallo scivolone di Un’altra vita… PROSEGUI LA LETTURA »
Mtv8, Deejay e la sfida generalista
Nei mesi scorsi il gruppo Discovery Italia ha comprato Deejay al canale 9 e nelle ultime settimane Sky Italia ha comprato Mtv al canale 8 (le altre reti a marchio Mtv rimangono a Viacom) e da un paio di settimane ha modificato il nome in Mtv8. PROSEGUI LA LETTURA »
Grande Fratello 14: qualche novità e tanto già visto
Risveglio amaro a Cologno Monzese e a Cinecittà. La prima puntata del Grande Fratello 14 ha registrato ascolti estremamente bassi e sicuramente inferiori alle aspettative. Quello di ieri sera è stato il debutto meno visto di sempre! PROSEGUI LA LETTURA »
Il Processo del Lunedì, un programma vecchio. Parola di Aldo Grasso
Questa mattina sul Corriere della Sera, il critico televisivo Aldo Grasso parla de Il Processo del Lunedì (ore 23 su Rai3). Il suo giudizio è durissimo ma condivisibile:
Il «Processo» è un programma irrimediabilmente vecchio. Sembra un tuffo negli anni 80 del secolo scorso: la scenografia, le luci, la disposizione degli ospiti, la qualità degli interventi. Non basta una sigla iniziale scritta da un writer con la musica di un rapper per ringiovanire l’offerta. Da tempo il programma è un piccolo mausoleo dedicato alla memoria del monopolio scomparso.