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Mediaset e il pubblico dell’informazione televisiva

L’intervista esclusiva a Francesco Schettino non ha influito, né in positivo né in negativo, sugli ascolti di Quinta Colonna


La seconda puntata ha subito un leggero calo (leggi qui>>) rispetto alla prima, ma sostanzialmente il risultato è stabile rispetto a quello di giovedì scorso (leggi qui>>).

L’effetto Schettino non c’è stato: l’esclusiva non ha portato ascolti, ma neanche sono crollati a causa delle polemiche relative all’intervista al Comandante della Costa Concordia.

Ieri, in particolar modo su Twitter, si è scatenato l’inferno contro la trasmissione. Si è diffusa la voce di un compenso di circa 50mila euro a Schettino per l’intervista, Sottile ha smentito, ma l’ipocrita campagna dei twittatori compulsivi contro il programma ha imperversato per tutta la giornata.

Qui non siamo né moralisti né ipocriti: un’intervista ad un anti-eroe è importante dal punto di vista giornalistico. E spesso le interviste si pagano. Negli anni novanta addirittura il Tg3 (servizio pubblico!) diretto dal comunistissimo Sandro Curzi, pagò 30mila dollari per l’intervista di Sandro Ruotolo (braccio destro di Santoro) al criminale di guerra tedesco Erich Priebke.

Il punto non è Schettino (la parte meno seguita del programma è stata, peraltro, quella sulle violenze alla scuola Diaz durante il G8 di Genova) e forse neanche Quinta Colonna. La trasmissione, ne abbiamo già parlato, non è da buttare e la seconda puntata è stata anche migliore della prima.

Il problema dei bassi ascolti va, forse rintracciato, nell’identità delle reti Mediaset e del suo pubblico: l’approfondimento giornalistico, anche se in chiave pop, non fa brillare gli ascolti di Mediaset.

E’ un problema di identità dei canali del Biscione. Il pubblico pronto a far indigestione di approfondimenti giornalistici e politici è in gran parte di sinistra e questo target di ascoltatori non sembra disposto a seguire questo genere televisivo sulle reti del “nemico” politico (bisogna capire che molti sono ancora ossessionati da Berlusconi…).


Ma bisogna anche notare che il genere di approfondimento informativo, pur se in chiave pop, tende ad allontanare il pubblico classico di Canale 5. E gli ascolti crollano.

Non c’è quindi possibilità di approfondimenti di successo sulle reti Mediaset? Forse l’unica chance è quella di puntare su brand istituzionalizzati e ripetuti come i Tg (Tgcom24 compreso) che possono aver già creato il loro pubblico; dei marchi di cui gli spettatori possano arrivare a fidarsi.

Il pubblico di Canale 5 sarà anche più popolare di quello dei talk show ma è anche un pubblico più libero e indipendente a cui non piace farsi dire cosa è buono e giusto pensare, cosa che invece pare particolarmente gradita a quel target pronto a far indigestione di tutti gli approfondimenti, purchè siano un po’ “de sinistra” e contro il Cavaliere.

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