Il copione si ripete spesso… “Malvagi politici” attaccano gli inviati “senza macchia e senza paura” delle Iene, la trasmissione di Italia 1.
Ieri il fattaccio si è ripetuto, il cattivo di turno era stavolta Luca Barbareschi che ha reagito con rabbia e violenza a Filippo Roma, inviato de Le Iene.
Le reazioni indignate si sono scatenate contro il parlamentare. Sicuramente la sua reazione violenta è da condannare, non c’è neanche bisogno di dirlo. Ma è anche arrivato il momento di chiedersi se quello de Le Iene sia un modo deontologicamente corretto e soprattutto efficace di fare televisione e giornalismo.
Lo facciamo prendendo in prestito le parole – che condividiamo in pieno – di Angela Azzaro su Gli Altri, sito web e settimanale di sinistra diretto da Piero Sansonetti, giornalista libero e senza pregiudizi. Gli Altri (di sinistra) non può essere accusato di simpatie politiche per Barbareschi (di centrodestra), il loro è un ragionamento di garantismo e di correttezza. Scrive Angela Azzaro:
Le domande che probabilmente Le Iene avrebbero fatto sono legittime. Quello che non è più tollerabile è il modo in cui le fanno. Lo abbiamo chiamato altre volte giornalismo stalking: un modo di fare informazione che perseguita la persona, non racconta nulla e fa solo scandalo.
In effetti certi inviati televisivi, non solo a Le Iene, sembrano poco interessati a fare domande scomode e ad avere le relative risposte. Sembrano piuttosto più propensi a creare uno “scontro”: una strada più semplice per creare polemiche e farsi pubblicità. Non ci piace quando si esagera su questo aspetto perchè non si riesce ad avere risposte a importanti domande. Paradossalmente, così facendo, questo tipo di giornalismo rinuncia alla sua missione perchè non indaga su un problema ma crea solo uno scandalo.
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