Da pochi minuti, l’agenzia di stampa Agi ha lanciato la notizia che la Rai ha deciso di sospendere …Ci tocca anche Vittorio Sgarbi. Il critico d’arte non ha sbigottito il pubblico italiano.
I dati auditel di stamani sono stati una doccia fredda: il programma di Sgarbi è stato visto solo da 2.064.000 telespettatori con uno share che si è fermato ad un misero 8,27%.
Questa la notizia lanciata dall’Agi:
La sospensione del programma e’ legata esclusivamente ai bassi ascolti ottenuti ieri sera nella puntata di esordio. E’ questa la motivazione che viene fornita in ambienti aziendali. Si sottolinea inoltre, apprende l’Agi, che la sospensione in realta’, riguarda una sola puntata perche’ ne erano previste due in questa fase, per poi ripartire a settembre con altre quattro. Il risultato di ieri ‘e fortemente penalizzante per la Rete ammiraglia rispetto al trend del periodo di garanzia. Di qui la decisione di sospendere subito il programma.
Perchè questo risultato addirittura più basso delle peggiori previsioni?
Sgarbi è stato vittima della sindrome Sgarbi. Troppe divagazioni, spesso colte e interessanti, che hanno però stravolto la scaletta della trasmissione e hanno fatto perdere il buon lavoro di preparazione fatto dal critico stesso e dall’ottima squadra di autori.
Inutile la presenza del “maledetto” (per autocertificazione) Morgan.
Certamente il programma era difficile: pieno di riferimenti culturali e citazioni che sicuramente hanno messo in difficoltà e allontanato il pubblico che in prime time non vuole seguire lezioni di filosofia.
Certamente è più facile seguire le facili verità di Saviano e Fazio, quelle lezioni di vita “take away”, “pronte in tavola”. I ragionamenti di Sgarbi hanno troppo spessore e riferimenti per essere portati in prima serata, costringono la mente ad impegnarsi e non ad assorbire come spugne dei luoghi comuni del politicamente corretto nascoste sotto il vestito buono delle grandi rivelazioni.
A nostro avviso il più grande sbaglio di Sgarbi è stato quando si è voluto travestire da Celentano. Ad un certo punto il professore si è lanciato in una esaltazione del pauperismo come unica via per salvaguardare la bellezza della nostra Italia; il solito, banale, “si stava meglio quando si stava peggio” che non ci aspettavamo proprio da Vittorio. Con una capriola che farà rabbrividire le menti candide, Sgarbi ha unito “il borghese” Leo Longanesi, il reazionario (travestito da comunista) Pier Paolo Pasolini e il predicatore Adriano Celentano per provare come il mondo moderno, il progresso economico, il capitale e l’urbanizzazione abbiano rovinato il bello dell’Italia antica e strapaesana. E giù con le note del Ragazzo della via Gluck che lamenta la comparsa del cemento al posto dell’erba verde.
Dobbiamo dirlo, il punto di partenza era giusto: gran parte dell’Italia, in particolare le periferie cittadine, è stata rovinata da un’edilizia popolare senza criteri che ha sostituito la bellezza con brutti e invivibili casermoni-alveare-dormitorio.
Ma la risposta all’urbanizzazione senza criteri non è certo la conservazione di un mondo contadino fuori tempo massimo. Da Sgarbi non ci aspettavamo una critica regressiva ma un ragionamento che mettesse in luce come sarebbe stata migliore un’urbanizzazione moderna ma a misura d’uomo.
Sgarbi voleva proporre una visione alternativa della società e invece si è trasformato in una versione colta di Celentano. E si sa, gli italiani preferiscono gli originali…
Il programma ha sofferto della troppa auto-referenzialità di Sgarbi e di tempi televisivi sbagliati.
Nonostante tutte queste critiche non bisogna tacere di alcuni ottimi spunti che la trasmissione ha proposto.
Eccellente è stato il monologo di Carlo Vulpio contro gli impianti eolici e fotovoltaici, in particolare contro gli interessi mafiosi in questo campo e contro gli incentivi statali a queste energie alternative che creano un pericoloso corto-circuito.
Anche i monologhi dello stesso Sgarbi, per quanto impervi, sono stati ottimi spunti di ragionamento e quasi commovente è stato il ricordo della lucida follia distruttrice e dissacratoria di Francesco Cossiga, Presidente troppo presto dimenticato.
In conclusione, l’esperimento non è sicuramente riuscito, anzi si è rivelato un vero e proprio fallimento dal punto di vista televisivo. Sgarbi tornerà a stupirci e sconvolgerci come ospite con la sua verve e i suoi strali contro chi, a suo dire, dice scemenze. Capra, capra, capra, capra, capra, capra, capra, capra, capra, capra, capra, capra, capra, capra, capra, capra!
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