Ieri sera, con la seconda parte de Il Commissario, si è conclusa la prima parte de Gli anni spezzati. La prossima settimana andranno in onda le due puntate della seconda parte, Il Giudice. Gli ascolti sono stati buoni e, sebbene la seconda puntata abbia subito un consistente calo di pubblico, la fiction ha vinto sia la serata di martedì che quella di mercoledì. Ma vediamo il parere della critica…
Il giudizio di Aldo Grasso sul Corriere della Sera è piuttosto negativo:
[i personaggi, NdTuttoTv.info] spesso stingono in caricatura, anche visiva, non hanno alcuna profondità, né umana né storica. I dialoghi sono improbabili e, soprattutto, il materiale di repertorio, nella sua sfrontata secchezza, mette in serio imbarazzo i tentativi scenici di ricostruzione. […] si naviga fra la più astratta aridità dei luoghi comuni e il garbuglio dei buoni sentimenti.
Commento negativo anche quello di Stefania Carini su Europa:
i fatti si susseguono come in un bigino storico. Non c’è evoluzione drammaturgica […] Tutto è detto, niente è vissuto: i dialoghi sono lucide proclamazioni d’intenti, non portano avanti la personalità dei personaggi. Certo, sono anni difficili da descrivere, ma qui si ha paura di dire o mostrare qualsiasi cosa di vagamente forte, scorretto, articolato, e così paiono anni scialbi più che spezzati. […] ricostruzione storica da dilettanti, figure di secondo piano ridicole, musica senza senso, regia che non sa dove andare, trucco&parrucco assurdi, cadenze degli attori sbagliate.
Anche Maurizio Caverzan su il Giornale sembra condividere il giudizio negativo su molti elementi:
una fiction quasi da sussidiario, che livella le situazioni problematiche forse nell’intento di aggregare il pubblico della tv generalista. Una fiction semplificata, sovrabbondante di commento musicale e un tantino approssimativa in alcuni passaggi, con abbozzi rimasti incompiuti […]. Anche lo sviluppo narrativo procede in modo elementare, piuttosto a disagio negli «esterni» e negli scontri di piazza, quasi sempre ripresi in campo stretto.
Ma il critico televisivo de Il Giornale riconosce anche un pregio alla fiction dedicata al Commissario Calabresi:
ecco il pregio principale di questo tentativo molto perfettibile, lontano dalla retorica movimentista, l’inizio degli anni di piombo è visto con gli occhi e i sentimenti di un rappresentante delle forze dell’ordine che ci ha rimesso la vita.