Giusto ieri parlavamo del possibile abbandono di La7 da parte di Gruber, Crozza e Santoro per un possibile approdo tra le braccia di “mamma Rai” (ne abbiamo parlato qui>>). Ieri pomeriggio, però, è arrivato un Dagoreport dell’informatissimo Dagospia che rivela che per Michele Santoro potrebbero essere chiuse non solo le porte della tv di stato ma anche quelle di La7…
La riflessione del sito di Roberto D’Agostino parte da alcune dichiarazioni di un parlamentare del Pd, “dal lieve accento sardo”. L’onorevole ritiene che Santoro sia “arrivato al capolinea”:
Santoro ha i giorni contati. […] È ormai arrivato al capolinea. A La7, lui e Travaglio hanno tutti contro (Ruffini, Mentana, Formigli, ndr). All’indomani dello scazzo con Piero Grasso, sono un corpo ormai estraneo.
Sulle voci di un possibile ritorno in Rai di Santoro, magari supportato dal dg Gubitosi, l’ignoto parlamentare Pd, secondo Dagospia, avrebbe dichiarato:
No, non se ne parla. […] Anche Gubitosi, col nuovo governo, credo che sarà costretto a fare le valigie. E il motivo è semplice: il presidente Tarantola vuole dimettersi non appena verrà insediato il nuovo esecutivo a Palazzo Chigi.
Dunque, secondo le indiscrezioni di cui è in possesso Dagospia, la dirigenza della Rai potrebbe subire un rinnovamento nel momento in cui si formerà il nuovo governo e a Viale Mazzini si sussurra che:
l’ex casiniano Giancarlo Leone mira alla poltrona di Direttore Generale.
Ma per il sito di Roberto Dagospia le cose per Santoro potrebbero mettersi male per due ordini di motivi: il Pd non si impegnerebbe per riportarlo in Rai:
è impensabile che un Bersani che ha sempre rifiutato di mettere piede a “Servizio Pubblico” si metta in moto per far riprendere da Mamma Rai Santoro e Travaglio.
Ed anche a La7, sia la vecchia che la nuova gestione, sarebbero piuttosto cauti su una futura collaborazione col giornalista/produttore:
sia Urbano Cairo sia il suo benefattore Bernabè (che punta a un posto di ministro), non hanno la minima voglia di aver a che fare con Marco [Travaglio, Ndr] e Michele.
