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Sacrificio d’Amore, tutto quello che c’è da sapere (anticipazioni e informazioni generali)

arca-valtorta-sacrificio-amoreUn amore folle e impossibile che non conosce ragioni. Un uomo disposto a tutto pur di salvare il suo matrimonio e le apparenze. Sacrificio d’Amore è un grande romanzo popolare prodotto da Mediaset per il prime time di Canale 5, 21 puntate realizzate da Endemol Shine Italy, in onda dall’8 dicembre 2017, con Francesco Arca, Francesca Valtorta, Giorgio Lupano. 


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La sigla Sacrificio d’Amore è stata affidata a una delle voci più emozionanti del panorama musicale, Mina, un brano inedito, a cura di Massimiliano Pani e Lele Cerri.

LA STORIA

Sacrificio d’Amore è una storia italiana in costume ambientata nel 1913, nello spettacolare paesaggio, unico al mondo, delle cave di marmo di Carrara. Dall’ultimo anno della Belle Epoque, attraverso l’inferno della Prima Guerra Mondiale, i protagonisti vivranno le loro passioni con una potenza dirompente, come l’epicità di quell’epoca straordinaria.

Sullo sfondo di rivolte sociali e lotte di classe, in un’Italia a un passo dal baratro della Prima Guerra Mondiale, due appassionanti storie d’amore e un grande sacrificio: la travolgente passione tra Brando Prizzi (Francesco Arca) giovane cavatore idealista che si batte per i diritti dei lavoratori e Silvia (Francesca Valtorta) una donna bella e emancipata, moglie di Corrado Corradi (Giorgio Lupano), ingegnere minerario, illuminato e brillante ma, al tempo stesso, legato alle tradizioni che l’epoca impone. Secondogenito di una delle famiglie più in vista di Carrara, Corrado, è il proprietario delle cave di marmo di Colonnata dove Brando lavora come lizzatore, una delle mansioni più pericolose. L’arrivo del ciclone Brando nel mondo perfetto della famiglia Corradi, non solo stravolgerà l’esistenza di Silvia ma scardinerà i saldi pilastri dell’esistenza di suo marito. Brando Prizzi e Silvia Corradi appartengono a mondi diversi ma il sentimento che li lega, in perenne conflitto tra cuore e ragione, prevale su tutto e solo la morte potrebbe impedirlo. Il sentimento di vendetta e rivalsa porterà Corrado a scoprire i lati più oscuri e inquietanti del suo animo, sentimenti bassi e infimi ancora inesplorati. La rivalità tra i due non sarà solo per Silvia ma tra loro inizierà una guerra sociale.

Poi ci sarà l’amore puro di due giovani idealisti, Tommaso Fabiani (Rocco Giusti) precettore del piccolo Simone (Tommaso De Tuddo), figlio di Silvia e Corrado, e Maddalena Prizzi (Desirèe Noferini) domestica a servizio nella Villa dei Corradi. Questo amore sarà messo a dura prova dall’avidità e dalle mire della Signorina Maffei (Sara D’Amario), governante della Villa, una donna irreprensibile che ha sempre vissuto all’ombra dei suoi doveri e, per troppo tempo, ha represso le proprie emozioni. L’amore morboso per il nipote Tommaso la porterà a commettere azioni dalle conseguenze nefaste.
A muovere le pedine delle alte sfere della politica e a dettare le regole nella famiglia Corradi è Leopoldo (Paolo Malco) il patriarca, arrogante e avido di potere non perde occasione per attaccare il primogenito Alberto, (Ruben Rigillo), fratello di Corrado, che considera privo di carattere. Alberto, sposato con l’aristocratica Guendalina Volpi, (Gaia Messerklinger), una donna complessa e ambiziosa, sarà travolto da un evento inaspettato che sconvolgerà la sua esistenza e ribalterà quella che sembrava essere una vita condannata alla monotonia. Per nulla monotona, invece, la vita del giovane medico Alessandro Lucchesi (Luca Bastianello), figlio dell’anarchico Annibale (Luca Biagini), medico al ‘Santa Corona’, un ospedale per proletari dove finiscono gran parte dei malati polmonari e le donne che partoriscono figli illegittimi. Il Dottor Lucchesi, che esercita la sua professione come una missione, è un giovane schietto e determinato, in perenne conflitto con Suor Agnese (Antonella Fattori) Direttrice dell’ospedale, una donna arida, affascinata dal potere e senza freni morali, custode di segreti e nefandezze che riguardano tante famiglie potenti della zona. Una verità per troppo tempo nascosta porterà Alessandro a un viaggio verso l’inferno.


Tutti i nostri protagonisti combattono per amore e per i propri ideali, per il potere e contro le ingiustizie, ognuno di loro sarà disposto a sacrificarsi in nome dei sentimenti e delle passioni, fino a quando l’arrivo della Prima Guerra Mondiale stravolgerà le loro vite e mescolerà tragicamente le carte dei loro destini, costringendo tutti a ricomporre i pezzi di una vita capovolta.

Sacrificio d’Amore è una storia di sentimenti alla massima potenza, come se l’epicità di quel periodo storico costringesse gli uomini a vivere l’essenza delle proprie emozioni. L’ambientazione principale è costituita dalle cave di marmo di Carrara, un sito unico al mondo, che con la sua maestosità ben sottolinea le grandi passioni che la storia racconta. Altre due location importanti sono un sanatorio di lusso sulle Alpi svizzere, che ricorda la Montagna Incantata, e l’altopiano di Asiago, dove si vivranno i momenti più significativi dei protagonisti durante la Grande Guerra.

Direttore della fotografia è Claudio Bellero mentre la regia è curata da: Giovanni Barbaro, Alessandro Capone, Marco Maccaferri Fabrizio Portalupi, Michele Rovini unitamente al Direttore Artistico della serie Daniele Carnacina. Lo scenografo Maurizio Kovacs ha minuziosamente ricostruito nei 1.700 metri quadrati degli studios di Telecittà, alle porte di Torino, tutte le ambientazioni interne. La colonna sonora è realizzata da Massimiliano Pani e Franco Serafini. Gli splendidi costumi sono di Rosanna Monti e realizzati dallo storico laboratorio romano Annamode Costumes.

LA SIGLA, UN INEDITO DI MINA

La sigla “Sacrificio d’Amore” è stata affidata a una delle voci più emozionanti del panorama musicale, Mina, un brano inedito a cura di Massimiliano Pani e Lele Cerri.
Franco Serafini e Massimiliano Pani hanno firmato la colonna sonora componendo, in una prima fase più di 30 temi musicali diventati poi 75 per centinaia di arrangiamenti realizzati da un’orchestra dal vivo formata da più di 50 elementi.

LOCATIONS

Sacrificio d’Amore è stata girata tra le imponenti cave della storica famiglia Corsi che da più di duecento anni lavora il marmo a Colonnata, nel Comune di Carrara e negli spettacolari Laboratori Artistici Nicoli, insigniti del titolo di Sito Unesco. Le scene ambientate durante la prima guerra mondiale sono state girate nelle suggestive trincee austriache nell’Altopiano di Asiago. Tantissime le locations in esterna, in Piemonte, che hanno accolto le riprese di questa nuova serie, in primis la città di Torino, il chiostro dell’Università degli Studi, le vie e la Piazza del Comune di Agliè e il suo favoloso castello, il Comune di Mazzè, il Castello di Mercenasco fino agli alpeggi di Carema. Più di 300 le ambientazioni trovate dai location manager Samuela Li Calzi e Marco Grecchi, tra case, ville, chiese, strade, campagne, sentieri.


I COSTUMI, LA CURA NEI DETTAGLI

Curati da Annamode costumes con la collaborazione di Rosanna Monti che, per la serie, ha appositamente disegnato più di 160 abiti. Per le 21 puntate di Sacrificio d’Amore sono stati utilizzati oltre 2.500 costumi. Per le scene corali le costumiste hanno vestito, in un solo giorno, oltre 100 tra attori e comparse. I reparti di trucco e parrucco, capitanati da Giorgio Piazza e Lia Mineo hanno studiato le acconciature e il trucco dell’epoca che, nella maggior parte delle occasioni, richiedeva per le donne capelli raccolti e un trucco molto naturale su una pelle rigorosamente chiara, le donne infatti, durante il passeggio usavano ripararsi dal sole con un ombrellino. La moda dell’epoca: inizia un periodo di grande fioritura nel mondo della moda, tinte pastello, linee dritte e slanciate, vita leggermente alta. Le giacche hanno i risvolti e il taglio è più maschile. L’abito di uso comune diventò il tailleur, che per essere più fedele al modo di vestire maschile, abbinava l’uso di un gilet e di una elegante cravatta. Ma la rivoluzione più importante di questo periodo è nella liberazione del corpo della donna da tutti quei capi come busti e corsetti. I corsetti restrittivi che modellavano i corpi a S non sono più adatti alle nuove linee degli abiti dell’epoca, quelli utilizzati sono meno punitivi e più sensuali. Viene introdotta la gonna-pantalone che veniva principalmente usata per attività sportive come la bicicletta, la scherma o le escursioni. Gli abiti mettevano in evidenza i piedi e le scarpe che fino al secolo precedente erano completamente coperti. Con l’arrivo della prima Guerra Mondiale c’è una ennesima rivoluzione dovuta alle esigente del conflitto bellico.

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