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I Medici ci hanno somministrato il sonnifero

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Gli ascolti sono stati superiori alle attese

Basterebbe anche solo questo per renderci soddisfatti de I Medici: siamo già felici che le coproduzioni internazionali di Rai e Lux Vide siano passate dalle storie didascaliche e pedagogiche della Bibbia a questo thriller politico/family drama di ispirazione storica


Perché questa non è una fiction storica ma è una fiction che dalla storia trae un grosso spunto: basti pensare che il personaggio interpretato da Dustin Hoffman, nella realtà, non è stato assassinato ma è morto di vecchiaia nel suo letto. Tali “licenze poetiche” sono legittime e necessarie in un prodotto di fiction (che ricordiamo significa “finzione”; ai documentari ci pensa la famiglia Angela!). Questo tipo di espedienti narrativi sono presenti anche nei period drama anglosassoni (si pensi a Da Vinci’s Demons o a The Tudors).

Altro motivo per cui rallegrarsi è che – dopo un bel po’ di tempo – Rai Pubblicità azzecca una stima. Anzi, il risultato di ascolto dei primi due episodi è addirittura superiore a quello stimato. La concessionaria pubblicitaria della tv di stato aveva previsto un ascolto medio pari a 6,7 mln di spettatori con uno share del 27%. Il dato Auditel è persino superiore: primo episodio 8.037.000 spettatori e 28.88% di share; secondo episodio 7.143.000 spettatori e 31.08% di share.

Gli elementi positivi de I Medici sono molti: grande cast internazionale (anche se il pubblico di Rai1 avrà riconosciuto solo Dustin Hoffman e qualche attore italiano); ottima colonna sonora che evita la banalità di inserire solo musiche rinascimentali e preferisce contaminarsi anche con sonorità elettroniche; fotografia cupa ma suggestiva ed evocativa.

Meno riuscite sono le ricostruzioni digitali degli scenari che non sono certo di livello cinematografico (ma bisogna riconoscere che tali effetti visivi non sono eccellenti nemmeno nella serialità televisiva americana).


Abbiamo già giustificato alcuni espedienti narrativi che non possono assolutamente essere considerati errori storici ma nella fiction rimangono comunque alcune approssimazioni: ci sono elementi artistici e architettonici “fuori tempo” (costruzioni cinquecentesche che non potevano esistere a inizio Quattrocento o elementi del duomo che sarebbero stati costruiti da Brunelleschi che invece appaiono già prima del suo arrivo). Ma soprattutto è il panorama generale a lasciare interdetti: nelle visioni di insieme di Firenze si percepisce una struttura già rinascimentale, aperta, tipica del tardo Quattrocento. A inizio Quattrocento Firenze era ancora molto Medievale, stretta, chiusa, e poteva contare ancora sulla presenza di molte case-torri, completamente assenti nella fiction.

In cauda venenum. Fino a qui le lodi alla fiction. Peccato che a questo alto livello tecnico e formale, non corrisponda un altrettanto buon livello sostanziale e narrativo. C’è la forma ma la sostanza è carente. I dialoghi sono banali e approssimativi; la trama rimane comunque misera. Il risultato è una fiction lenta e senza ritmo con una narrazione appesantita da troppi flashback, troppo lunghi e poco differenziati dal resto.

Merito alla Rai che ha proposto non solo una coproduzione internazionale, ma anche una qualità di livello internazionale. Peccato che dal punto di vista narrativo ne esca un risultato piuttosto soporifero e noioso. Insomma questi “Medici” di Rai1, ieri sera, ci hanno somministrato una grossa dose di sonnifero!


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