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La televisione italiana, prospettive per il 2015

Piccolo bilancio di inizio anno per la televisione italiana. Alcuni dati pubblicati stamani dal Corriere della Sera ci fanno riflettere sullo stato della televisione italiana. 

Nell’articolo di Aldo Grasso, in collaborazione con Massimo Scaglioni e su elaborazioni effettuate da Geca su dati Auditel, ci viene rivelato che il consumo medio quotidiano di televisione da parte degli italiani nel 2014 è stato pari a 4 ore e 20 minuti. La cifra è esattamente uguale al dato medio dell’anno 2013. Per la prima volta, il dato si stabilizza dopo anni di crescita; rispetto al 2010, infatti, il tempo trascorso dagli italiani davanti alla televisione era cresciuto di quasi 15 minuti.

In questo periodo il consumo di televisione è cresciuto fondamentalmente per due ragioni: perché il mezzo televisivo ha un andamento anticiclico (cresce in tempi di crisi economica perché è una forma di intrattenimento in gran parte gratuita) e perché in questi anni, col definitivo passaggio al digitale terrestre, si è rafforzata l’offerta.

Rispetto al 2013, le televisioni generaliste hanno retto abbastanza bene agli “attacchi” dei nuovi canali tematici: nell’anno appena conclusosi, in prima serata, le 7 reti generaliste hanno raccolto una media di share del 64.68%, solo un paio di punti percentuali in meno rispetto al 2013.

In prima serata tiene molto bene Rai1, specialmente grazie alle fiction. L’ammiraglia della tv pubblica risulta più debole nel daytime. Nelle ore diurne, invece, Canale 5 pare davvero essere un’imbattibile macchina da guerra. Il suo palinsesto pomeridiano è il più visto d’Europa, contemporaneamente migliorano le perfomance mattutine specialmente nell’ultimo scorcio dell’anno. Canale 5, inoltre, mantiene la leadership, in tutte le fasce orarie, sul target commerciale 15-64 anni, quello più attrattivo per il mercato pubblicitario.

Rai2 sembra pian piano ritrovare la sua identità, e di conseguenza la sua presa sul pubblico, mentre Rai3 riesce ad imporsi con titoli ormai storici come Chi l’ha visto? e Che tempo che fa. Rete 4 tiene grazie ai talk show di cronaca e politici mentre Italia 1 ha un forte bisogno di ritrovare la sua strada e nuove produzioni originali: la rete giovane di Mediaset è quella che sembra aver più sofferto la concorrenza dei nuovi canali digitali e ha bisogno di una nuova strategia per riprendersi il suo pubblico. La7 soffre invece la crisi dei talk show politici e i suoi dati di ascolto hanno subito un calo rispetto agli anni precedenti.

Nelle tendenze del 2014 si è infatti registrato un forte calo di interesse da parte del pubblico per l’informazione politica e una netta crescita degli ascolti per quanto riguarda i programmi che trattano i temi di cronaca.

Il 2014 ha definitivamente assegnato al gruppo Discovery il terzo posto tra gli editori televisivi italiani, dopo Rai e Mediaset e prima di Sky e La7.

In questi ultimi anni la crisi economica ha intaccato profondamente il mercato pubblicitario e di conseguenza sono stati minori anche gli investimenti produttivi delle aziende televisive. La fine del 2014 sembra aver segnato una lieve inversione di tendenza. Si spera che tale inversione abbia basi concrete in modo da avere nei prossimi mesi un’offerta televisiva più ricca.

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