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Qualunque cosa succeda, 1 e 2 dicembre 2014 su Rai1 (anticipazioni e trama)

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Qualunque cosa succeda. Una vicenda diventata un pezzo della storia italiana: quella dell’avvocato Giorgio Ambrosoli e della sua ricerca di giustizia dopo il crack finanziario della Banca Privata Italiana di Michele Sindona. Un impegno civile e morale che gli costerà la vita. Una fiction in due puntate dirette da Alberto Negrin, con Pierfrancesco Favino. Lunedì 1 e martedì 2 dicembre 2014 in prima serata su Rai1



Nella notte tra l’11 e il 12 luglio del 1979 l’avvocato milanese Giorgio Ambrosoli, commissario liquidatore della Banca Privata Italiana travolta dal crack finanziario di Michele Sindona, viene ucciso sotto casa da un killer della mafia italoamericana, assoldato dallo stesso Sindona. “Scusi, avvocato” gli dice il killer prima di sparare, quasi chiedendogli perdono. Un omicidio che non cancella quanto Ambrosoli ha scoperto sul banchiere criminale, sulle sue collusioni, e non fermerà i risarcimenti per il denaro che i piccoli risparmiatori avevano perso, inghiottito dal crack del colosso bancario. Una storia che Rai1 porta in prima serata – l’1 e il 2 dicembre – con la miniserie Qualunque cosa succeda diretta da Alberto Negrin e coprodotta da Rai Fiction e 11 Marzo Film.

Tra gli interpreti, Pierfrancesco Favino nel ruolo di Ambrosoli e Anita Caprioli in quello della moglie Annalori. E con Giovanni Esposito nel ruolo di Andreotti, Massimo Popolizio in quello di Michele Sindona e con la partecipazione di Roberto Herlitzka nel ruolo di Enrico Cuccia. “Qualunque cosa succeda” sono parole che scrive alla moglie Annalori lo stesso Ambrosoli in una lettera profetica mai spedita.

La miniserie porta sullo schermo la storia del duello tra l’oscuro e onesto avvocato (Ambrosoli) e il potente banchiere, diventato un criminale (Sindona). Un duello durato cinque anni e vinto, anche se ad un prezzo altissimo, da Ambrosoli. E dalla fiction emerge, così, la testimonianza di un impegno civile condotto fino in fondo – anche scontrandosi con un sistema di potere che coinvolgeva la politica, la finanza, la massoneria, il crimine organizzato – e, insieme, un ritratto di un “civil servant” con un altissimo senso dello Stato. Ma anche di un uomo affettuoso, un padre e un marito gentile, che senza chiasso e senza enfasi ha tenuto la schiena diritta contro poteri enormi, facendo infine chiarezza su uno dei più grossi affari politico-bancari del secolo scorso. La storia di un italiano onesto. Qualche anno dopo l’omicidio di Ambrosoli, anche Michele Sindona muore, ingerendo del veleno nel carcere dove è rinchiuso per l’omicidio di Giorgio Ambrosoli. Grazie ai cinque anni di durissimo lavoro dell’avvocato milanese e al sostegno della Banca d’Italia, la Banca Privata Italiana è stata liquidata. I suoi debiti sono stati pagati e i tanti piccoli risparmiatori che avevano visto sparire i loro risparmi nel crack sindoniano hanno avuto un risarcimento.

ANTICIPAZIONI E TRAMA, PRIMA PUNTATA, LUNEDÌ 1 DICEMBRE 2014

Italia 1974. La Banca Privata Italiana, il colosso finanziario di Michele Sindona viene messa in liquidazione dalla Banca d’Italia di Guido Carli. E’ un crack di proporzioni spaventose e inaspettate. Sindona, considerato fino ad allora un genio della finanza internazionale è colpito da un mandato di cattura e ripara all’estero, a New York, dove, da un lussuoso appartamento sul Central Park, conduce la battaglia in difesa del suo impero. Giorgio Ambrosoli, un avvocato milanese, che ha condotto fino ad allora una vita laboriosa, tranquilla e serena, lontano dai riflettori, riceve in piena notte una chiamata da Roma. E’ il Governatore della Banca d’Italia, Guido Carli. Il giorno dopo Ambrosoli riceve l’incarico di guidare la liquidazione della Banca di Sindona e di tentare di recuperare i capitali, centinaia di milioni di lire dell’epoca, che sono scomparsi dalle casse dell’istituto e risarcire le migliaia di piccoli investitori travolti dal crack. L’avvocato, nonostante si renda conto da subito che l’incarico lo metterà in conflitto con un sistema di potere che va ben oltre la figura di Michele Sindona, coinvolgendo il mondo della finanza, ma anche della politica e del crimine organizzato, accetta per spirito di servizio nei confronti dello Stato. Ambrosoli ha una moglie, Annalori, che ama teneramente ed è padre di tre figli, Umberto, Filippo e Francesca. La vita della famiglia verrà da subito travolta dall’incarico, ma nonostante le molte prove e gli impegni assillanti, Giorgio non smetterà di essere un marito e un padre presente e affettuosissimo. Tuttavia l’avvocato capisce di essersi fatto dei nemici potenti e, in una notte di grande ansietà, scrive una lettera-testamento alla moglie, in cui le prefigura la sua morte e le affida il compito di proseguire l’educazione dei figli secondo i valori di rispetto e senso dello Stato in cui entrambi hanno sempre creduto. Purtroppo i timori dell’avvocato non sono infondati. Non appena Ambrosoli, aiutato dal maresciallo della finanza Silvio Novembre riesce a penetrare nell’assetto societario della holding Fasco, cuore del sistema di scatole cinesi di società estere di Sindona e a scoprirne in parte i segreti, gli ambienti politici e mafiosi che gravitano attorno al banchiere si preparano a reagire con mezzi estremi.

ANTICIPAZIONI E TRAMA, PRIMA PUNTATA, MARTEDÌ 2 DICEMBRE 2014

Grazie al bottino di informazioni carpito agli archivi della Fasco, Ambrosoli può testimoniare davanti al Grand Jury americano, dove è nato un procedimento parallelo a quello italiano nei confronti di Sindona, per il fallimento di un altro pilastro del suo impero, la Franklin National Bank. Il banchiere, che sfugge all’arresto solo grazie al pagamento di una cauzione milionaria, attiva i suoi amici nella politica e nella massoneria deviata. Grazie a questi presenta “un piano di salvataggio” della sua banca in cui gli immensi debiti sarebbero scaricati sulla collettività e ogni pendenza penale sarebbe azzerata. Ma il piano, nonostante trovi interlocutori nel governo, fallisce per l’opposizione netta di Ambrosoli e della Banca d’Italia, il cui nuovo governatore Baffi, assieme al direttore della vigilanza Sarcinelli, continua, come il predecessore Carli, ad appoggiare Ambrosoli senza esitazioni. Per Sindona è una dichiarazione di guerra totale. Poco dopo i vertici della Banca d’Italia vengono inquisiti, Sarcinelli addirittura arrestato, mentre a Baffi viene ritirato il passaporto. Non è chiaro se l’attacco senza precedenti alla Banca d’Italia abbia a che vedere con l’affaire Sindona. Ma Ambrosoli si sente sempre più solo. Lui e il maresciallo Novembre ricevono minacce sempre più pesanti. Un misterioso “picciotto” siciliano chiama più volte l’avvocato dicendogli che se non smetterà di perseguitare Sindona, farà una brutta fine. Nonostante ciò, Ambrosoli tiene duro. Rassicura la moglie e i figli, preoccupatissimi. E’ convinto che Sindona non potrà mai arrivare a fargli del male. Ha fede nella ragione, anche del suo nemico. Sindona sa che se ad Ambrosoli accadesse qualcosa di brutto, sarebbe il primo sospettato. E quindi non commetterà mai un atto così contrario alla sua intelligenza. E poi Ambrosoli non può proprio fermarsi ora che è vicinissimo a scoprire il cuore dei segreti di Sindona e a recuperare almeno in parte i capitali svaniti nel crack. Assieme a Novembre, sta preparando una nuova testimonianza per rogatoria per i giudici americani che verranno ad ascoltarlo a Milano. Per Sindona sarebbe la fine. Il banchiere contatta un killer italo americano e lo ingaggia perché segua Ambrosoli e si tenga pronto. E’ il luglio del 1979. Ambrosoli rende una testimonianza davanti ai magistrati Usa che è il suo capolavoro giuridico-finanziario e sbaraglia l’opposizione dei super-avvocati americani di Sindona. La sera dell’11 luglio, poche ore prima di firmare il verbale di quella testimonianza, William Aricò, il killer pagato da Sindona, uccide l’avvocato Ambrosoli sotto il portone di casa sua. Al funerale di Ambrosoli non ci sono autorità di quello Stato per cui ha lottato, a parte i vertici della Banca d’Italia e i magistrati che seguono l’inchiesta su Sindona. Ci sono però tutti i suoi amici che si stringono attorno alla sua famiglia. E ci sono moltissimi dei risparmiatori che Sindona ha rovinato e che grazie ad Ambrosoli hanno recuperato i loro investimenti. Pochi anni dopo Sindona viene condannato per l’omicidio di Ambrosoli e muore suicida in carcere. Annalori Ambrosoli ha cresciuto i suoi figli secondo i principi della lettera di Giorgio.

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