Come era facilmente prevedibile, Suor Cristina ha vinto la seconda edizione di The Voice of Italy. Amen. Cosa ricorderemo di questa stagione del talent show di Rai2? Solo “la suora che canta”. Sempre sia lodata…
Nonostante Federico Russo sia stato nettamente più bravo di Fabio Troiano, la seconda stagione di The Voice of Italy è parsa più noiosa e stanca della prima. Per fortuna è arrivata la “manna dal cielo” (ci perdonerete la misera ironia!): Suor Cristina ha catalizzato la curiosità del pubblico ed ha egemonizzato il talent show. Brava? Nella norma ma in televisione è “l’abito che fa la monaca” e il suo personaggio è sicuramente forte come fenomeno mediatico.
Ieri sera, con Suor Cristina che recitava il “Padre Nostro”, sembrava di essere sintonizzati su Tv 2000, la tv dei vescovi. La puntata è stata comunque un successo: 4,1 milioni di spettatori col 21% di share, il dato più alto mai registrato nella versione italiana del format.
È innegabile che la suora canterina abbia contribuito a sostenere gli ascolti ma The Voice è stato un successo solo in parte. L’ascolto medio di questa edizione è stato pari a 3,2 mln con uno share medio del 14.13%. Un ottimo dato ma non c’è stato nessun boom rispetto alla prima edizione, anzi si può parlare di ascolti sostanzialmente simili con meno spettatori ma share in lieve aumento: la scorsa stagione di The Voice aveva ottenuto 3,3 mln di spettatori medi con 13.74% di share medio.
Ripetiamo, ascolti molto buoni ma che – dal nostro modesto punto di vista – sono ancora sotto le aspettative. Sin dallo scorso anno avevamo stabilito la soglia del 15% come limite per decretare il successo del talent. Perché proprio il 15% di share medio? Perché ci siamo guardati intorno e abbiamo analizzato i dati di ascolto del format in due paesi vicini al nostro, non solo geograficamente ma soprattutto televisivamente.
In Francia le tre edizioni di The Voice hanno riportato una media di spettatori superiore ai 7 milioni con percentuali medie di share oltre il 30%. Oltre il 30% e circa 5 mln di telespettatori è anche il dato medio della prima edizione de La Voz in Spagna, dato che nella seconda è sceso ma è rimasto ampiamente sopra al 20% con quasi 4 mln di spettatori. In Spagna e Francia, il talent show viene però trasmesso su reti ammiraglie e quindi abbiamo ritenuto di abbassare la soglia minima di soddisfazione per l’edizione italiana attorno al 15% di share medio (ovviamente questa è una riflessione di chi scrive e non della produzione dello show che sarà comunque soddisfattissima per gli ottimi dati e per l’alto coinvolgimento dei social network!).
Dunque, The Voice of Italy è un programma che va molto bene ma per parlare di successo, secondo noi, manca ancora un piccolo passo che potrà essere fatto con la terza stagione. Ma, in conclusione, ci chiediamo: “Se non ci fosse stata Suor Cristina cosa sarebbe successo?”.