Lunedì 5 maggio 2014 in prima serata su Rai3 nuovo appuntamento con Report, il programma di inchiesta condotto da Milena Gabanelli.
“Sportivo sarai tu” di Stefania Rimini. Abbiamo 1247 atleti militari stipendiati dallo Stato, 6 milioni di sportivi amatoriali, 4 milioni e mezzo di agonisti, 45 federazioni sportive, 16 enti di promozione, 95mila società sportive dilettantistiche. Nel grande villaggio dello sport c’è chi sta a galla a malapena e c’è chi vive da signore con il denaro raccolto dai tesserati e con i milioni che piovono giù dal Coni. Il Coni distribuisce 411 milioni, denaro pubblico che riceve dal Tesoro e che dovrebbe servire a promuovere l’attività sportiva. Vediamo che uso ne fanno le varie federazioni sportive: dal calcio dilettanti al nuoto, dal tennis agli sport dell’aria, dagli sport equestri all’atletica, al tiro a segno, al pugilato… E poi c’è il Coni con i suoi 1200 dipendenti e il presidente, l’imprenditore Giovanni Malagò, che aveva promesso di portare trasparenza ed efficienza. Ma in certi ambiti sportivi chi osa criticare è punito o radiato, mentre in altri si abusa delle agevolazioni fiscali per evadere tasse e contributi. Eppure lo sport è un mondo dove dovrebbero dominare i valori di lealtà, correttezza, coraggio e passione disinteressata.
“Il giallo delle pagine” di Emanuele Bellano. Seat Pagine Gialle è la società che stampa e consegna in tutte le case degli italiani Pagine Gialle e Pagine Bianche, gli elenchi del telefono. Oggi il suo business è principalmente on line. Fino alla fine degli anni Novanta la società era di proprietà dello Stato. Poi si è deciso di privatizzarla. Nel 2003 è finita nelle mani di un gruppo di fondi di investimento. Allora il suo valore in borsa era di 24 miliardi di euro. Oggi a 10 anni di distanza vale 1000 volte di meno: 30 milioni di euro e ha dovuto portare i libri in tribunale perché rischia il fallimento. In questo passaggio ci sono 300 mila piccoli azionisti e risparmiatori che hanno perso 4 miliardi di euro. E poi ci sono i dipendenti della società: 1.000 famiglie che rischiano di rimanere senza lavoro.
“Autosconto” di Emilio Casalini.
Auto da collezione e auto storiche, il governo aveva legiferato per tutelare i modelli delle automobili più prestigiosi e simbolici che hanno percorso le nostre strade e che hanno segnato la nostra epoca. I collezionisti sono stati così agevolati nel pagamento del bollo e del passaggio di proprietà che, per le auto registrate come storiche, diventa quasi gratuito: a decidere chi entra in Paradiso è L’ASI, l’Automoclub Storico Italiano. Alla fine però, nel calderone, ci finiscono anche le macchine che sono vecchie di oltre 20 anni e che di storico hanno solo l’età. Come mai?