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Il Giudice Meschino, lunedì 3 e martedì 4 marzo 2014, anticipazioni e trama

il-giudice-meschino_rai1Il Giudice MeschinoLuca Zingaretti torna protagonista su Rai1 nei panni di Alberto Lenzi, un Pubblico Ministero cinico, indolente e disilluso che, sconvolto dall’uccisione in un agguato di un collega, suo amico carissimo, ritrova la forza interiore per lottare al servizio della giustizia e della verità. Dietro quell’assassinio, infatti, si nasconde una terribile realtà: un traffico di scorie radioattive che minaccia seriamente la salute pubblica. Per la regia di Carlo Carlei, lunedì 3 e martedì 4 marzo, in prima serata. 



Un’altra grande storia per Luca Zingaretti che torna protagonista su Rai1 nella miniserie Il giudice meschino, un racconto tratto dall’omonimo romanzo di Mimmo Gangemi (Einaudi Editore) che narra le vicende di un giudice donnaiolo e indolente che, scosso dall’uccisione di un amico e collega, avvia un’indagine difficile e pericolosa trasformandosi in un vero e proprio eroe al servizio della giustizia e della verità.

Il giudice meschino, una coproduzione Rai Fiction – Italian International Film, prodotta da Fulvio e Paola Lucisano, per la regia di Carlo Carlei che firma anche soggetto e sceneggiatura con Monica Zapelli, Mimmo Rafele e Giancarlo De Cataldo. Con Luca Zingaretti nei panni di Alberto Lenzi, il giudice meschino e Luisa Ranieri nelle vesti di Marina Rossi, un’affascinante maresciallo dei carabinieri innamorata di Lenzi. Paolo Briguglia è Michele Brighi, Andrea Tidona il pubblico ministero Giacomo Fiesole, Maurizio Marchetti interpreta Don Mico Rota, un anziano boss della ‘ndrangheta, mentre Gioele Dix è Giorgio Maremmi, l’amico e collega di Lenzi che sarà vittima di un agguato. E ancora, Gaetano Bruno nei panni di Lucio Cianci Farone e Felicitas Woll in quelli di Elke Adler, una giornalista tedesca sulle tracce di un traffico di rifiuti tossici. Due puntate in onda lunedì 3 e martedì 4 marzo, in prima serata su Rai1.

LA STORIA: Alberto Lenzi è un Pubblico Ministero della Procura di Reggio Calabria. Da tempo esercita la sua professione senza passione, senza la dovuta serietà. È un uomo disilluso dalla vita, cinico e indolente. Lui, però, non è sempre stato così. Un tempo era un magistrato dal pugno di ferro ma, a furia di scontrarsi con il muro di gomma dei “poteri forti”, il suo senso del dovere e il suo amore per la giustizia si sono prima affievoliti e poi, a mano a mano, spenti. Ora vive barcamenandosi nella superficialità, tanto nel lavoro, quanto nella vita privata. Ha una moglie dalla quale è separato. Ha un figlio di otto anni che Alberto vive, per lo più, come un peso. Negli uffici della Procura ha conosciuto Marina, un maresciallo dei carabinieri con la quale, però, intavola una relazione clandestina e senza troppe complicazioni sentimentali. La vita piatta di Lenzi viene sconvolta all’improvviso dalla morte violenta di Giorgio Maremmi, suo collega magistrato e carissimo amico, rimasto vittima di un agguato criminale. La notizia dell’omicidio lo scuote nell’animo e per Alberto inizia il tempo del risveglio, della redenzione. È determinato più che mai a scoprire la verità sull’accaduto e assicurare alla giustizia autori e mandanti di quell’omicidio. Le indagini, che si dimostrano da subito complesse e particolarmente pericolose, lo conducono ad un traffico di scorie radioattive che sarebbero state sepolte in una collina proprio vicino ad un centro abitato. Dietro la macchina criminale ci sarebbero quei nuovi poteri emergenti della n’drangheta locale pronti a tutto per affermare la loro supremazia.

TRAMA PRIMA PUNTATA, LUNEDÌ 3 MARZO 2014

Alberto Lenzi (Luca Zingaretti), Pubblico Ministero alla procura di Reggio Calabria, ha una brutta fama: pigro, indolente, troppo amante della vita per perdere tempo col lavoro. Separato dalla moglie, con un figlio di 8 anni, Enrico, che sente per lo più come un peso, ha una relazione clandestina con Marina (Luisa Ranieri), maresciallo dei carabinieri che lavora con lui. A sconvolgere la sua vita, un evento terribile: Giorgio Maremmi (Gioele Dix), collega magistrato e amico carissimo, viene ucciso in un agguato. Per Alberto è un brusco risveglio: si rimbocca le maniche e si getta a capofitto nel lavoro. Il caso sembra, a prima vista, di facile soluzione: poche ore prima di cadere sotto i colpi del killer, Maremmi aveva pronunciato una violenta requisitoria contro Francesco Manto, un esponente di medio livello della ‘ndrangheta locale, che dopo la condanna lo aveva minacciato platealmente di morte. A eseguire quella agghiacciante sentenza potrebbe essere stato il fratello di Manto, Antonio, da anni latitante. Per Giacomo Fiesole (Andrea Tidona), pubblico ministero incaricato delle indagini, questa sembra essere la pista più probabile. Alberto, però, non è dello stesso avviso: non condivide le teorie e i metodi di Fiesole con cui si è più volte scontrato in passato e insieme a Marina e all’ispettore Brighi (Paolo Briguglia) va avanti per la sua strada. Ad aiutarlo, inaspettatamente, è don Mico Rota (Maurizio Marchetti), anziano boss della vecchia ‘ndrangheta, che sta scontando una lunga detenzione. Don Mico ha scoperto che dietro quella vicenda c’é la mano di un boss emergente, che sta prendendo il suo posto al vertice della ‘ndrangheta locale: Pasquale Rezza (Claudio Castrogiovanni). Gli interrogatori a Don Mico e la scoperta che Maremmi stava indagando segretamente su un traffico di rifiuti tossici portano Alberto ad avvicinarsi sempre più alla soluzione del caso. Ma la reazione della nuova ‘ndrangheta non tarda ad arrivare: il primo avvertimento è il rapimento di suo figlio Enrico.



TRAMA SECONDA PUNTATA, MARTEDÌ 4 MARZO 2014

A distanza di poche ore dal rapimento, Alberto ritrova suo figlio sano e salvo: il messaggio è chiarissimo e spaventoso, ma lui non può più fermarsi. Scopre così che Maremmi aveva un altro segreto: una storia d’amore con una giornalista tedesca, Elke (Felicitas Woll), che indaga anche lei sullo stesso traffico di rifiuti tossici. Alberto la rintraccia e, superando la sua iniziale diffidenza, la convince ad affiancarlo nell’indagine. La sintonia che nasce tra i due ingelosisce Marina che vede in Elke una possibile rivale e il suo rapporto con Alberto entra in crisi. La collaborazione con Elke porta Alberto a individuare i responsabili del traffico illecito. La ‘testa del serpente’ si trova infatti in Germania, nell’insospettabile sede di un’azienda che fa della difesa dell’ambiente la sua bandiera. Sotto il controllo del proprietario, l’ingegner Bauer, partono carichi di scorie radioattive che provengono dall’Europa e finiscono, attraverso la mediazione della ‘ndrangheta, in Calabria. Alberto realizza che il progetto criminoso coinvolge poteri forti e capisce che tutti possono essere coinvolti, anche chi collabora con lui alle indagini. Ma ancora una volta non si ferma. A costo di essere l’ultimo anello della catena di sangue iniziata con la morte di Giorgio Maremmi, Alberto deve sapere chi, tra le persone a lui più vicine, lo ha ingannato e ha avvelenato la sua terra. A metterlo sulla strada della verità, saranno le allusive parabole di don Mico Rota e con la verità Alberto ritroverà l’amore di Marina e quello di suo figlio.

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