A tre giorni dalla partenza dei Campionati Europei 2012, si può già abbozzare un primo bilancio sulla loro “resa” televisiva.
La miglior sintesi ci è offerta da Aldo Grasso sul Corriere della Sera che, con una sola frase, ci offre la miglior chiave di lettura:
Il calcio risolleva Raiuno, ma le chiacchiere sul calcio finiscono per affossarla.
Euro 2012 è una benedizione per gli ascolti Rai: senza contare la partite dell’Italia (in cui gli ascolti schizzano a cifre impensabili), il Campionato Europeo fa salire lo share del prime time di 4 punti percentuali. Grasso sottolinea che gli ascolti di questi primi giorni di Euro 2012 sono inferiori rispetto a 4 anni fa ma questo è dovuto alla progressiva “convergenza mediale” (Rai HD, RaiSport, web…).
Il critico del Corriere evidenzia come l’ascolto regga durante tutta la durata delle partite ma anche come subisca un tracollo col programma di seconda serata Notti Europee, la trasmissione di commento alle partite. Secondo Grasso la Rai:
fatica a costruire prodotti di qualità intorno ai grandi eventi.
A questo punto ci viene in soccorso Maurizio Caverzan che sul Giornale di stamani segnala come la copertura della Rai sul calcio sia particolarmente “vecchia”, in particolare se paragonata alle offerte di Sky e di Mediaset Premium. Scrive Caverzan:
Per i 5 milioni di abbonati Sky e i 3 milioni di Mediaset Premium, abituati a telecronache moderne e riprese tecnologiche, le «Notti Europee» sono un improvviso salto all’indietro nella tv vintage, un po’ sala parrocchiale e un po’ ministero.
Quindi sembra essere proprio questo il più grande limite della Rai: avere una miniera d’oro in mano ma non riuscire a valorizzarla al cento per cento. Manca innovazione e appeal.
