A qualche giorno dalla trasmissione di Fabio Fazio e Roberto Saviano su La7, Aldo Grasso torna a parlare di Quello che (non) ho per un’analisi piuttosto dettagliata di share e pubblico.
Del giudizio di Grasso sulla trasmissione ne avevamo parlato qui>>.
Sul Corriere della Sera di stamani, il critico televisivo analizza lo share e la composizione del pubblico.
Innanzitutto Grasso accusa il programma – che vuole proporsi come “tv intelligenti” – di usare gli stessi banali trucchi alza-share della tv commerciale: si allunga la durata della trasmissione e lo share aumenta grazie ai picchi notturni, quando le altre trasmissioni hanno già chiuso.
Grasso, ma anche Caverzan sul Giornale di stamani, mettono in evidenza il basso affollamento pubblicitario della trasmissione di Fazio e Saviano, una logica apparentemente incomprensibile per una tv che sugli introiti pubblicitari vive.
Grasso esamina poi la composizione del pubblico:
il pubblico di Fazio & Saviano è del tutto sui generis: picco sulla generazione dei cinquanta-sessantenni (15,75% di share), laureati (28,75% di share), con alti livelli socio-economici (24,69% di share). Soprattutto un pubblico tutto di Centro-Nord (quasi 15% in Piemonte, oltre 18% in Emilia Romagna), con il Sud di Saviano quasi indifferente.
Grasso conclude chiedendosi se l’operazione sia riuscita:
Dipende dai punti di vista. Per La7, una buona visibilità e tanti discorsi sui giornali, ma anche l’attitudine a ritagliarsi la nomea di «rete d’élite», di «rete snob», «per molti ma non per tutti». Grande successo, invece, per quella nicchia che si sente gratificata dalla «tv intelligente».
