Se in una serata in cui il pubblico televisivo poteva godersi il superbo finale di Una Grande Famiglia, o gli Scherzi di Canale 5, o il crime di CSI, oppure, per i più “impegnati”, la cronaca nera di Lucarelli su Rai 3, ecco, se in una serata così, 3 milioni di spettatori hanno deciso di “godersi” la noiosa e sterile Quello che (non) ho di Fabio Fazio e Roberto Saviano, incominciamo a sospettare un certo masochismo diffuso…
Partiamo dai dati, la trasmissione di La7 è stata seguita da 3.036.000 spettatori, pari ad uno share del 12.65%. Molti parlano di record ma un risultato del genere si può definire record solo se paragonato alle mediocri performance della rete (per gli ascolti delle altre reti, clicca qui>>). Se invece andiamo a vedere i dati ottenuti lo scorso anno da Vieni via con me, allora bisogna evidenziare come i dati di ieri siano piuttosto scarsi. La trasmissione dell’anno scorso aveva debuttato con oltre 7,6 mlioni per salire a 9 nella seconda e a sfiorare i 9,7 nella terza perdendo poi un milione nella quarta.
Il dato della puntata di ieri insomma è più che dimezzato rispetto alla prima puntata di Vieni via come me e pari a solo un terzo rispetto alle performance migliori dello scorso anno.
Se per La7 3 milioni e oltre il 12,6% sono un risultato da record per il “duo delle meraviglie” Fazio e Saviano il dato non è per niente esaltante!
Bisogna poi aggiungere che il picco di share di quasi il 18,5% non è arrivato coi monologhi impegnati ma con le battute dissacranti di Luciana Littizzetto (che comunque ieri sembrava sottotono e fuori posto).
Ma i sapientoni e gli snob radical-chic potrebbero obiettare che è positivo che 3 milioni di spettatori si siano interessate a una trasmissione impegnata. Eh no cari miei… La trasmissione aveva sicuramente grandi pretese ma è stato solo una noiosa, sterile, paternalistica e supponente predica in cui invece che di proporre stimoli intellettuali si è scaduti nell’intellettualismo di maniera.
Scrive Aldo Grasso sul Corriere (e noi sottoscriviamo in pieno):
Fazio e Saviano vogliono educarci, redimerci, farci sentire migliori. Senza gioia, con pedanteria. Le loro trasmissioni sono le sole eredi del maestro Manzi, le sole dove la noia viene scambiata per insegnamento, la demagogia per redenzione, la retorica per vaticinio.
Il solito grave errore di un certo ceto intellettuale radical-chic: si scambia la noia per insegnamento. A noi fa intellettualmente paura una tv in cui qualcuno che si ritiene migliore del pubblico cerca di educarlo (roba da regimi non proprio liberali, roba da comunismo e da fascismo, roba degna di Gramsci o di Gentile…).
Grasso rileva che Fazio e Saviano, con un certo snobismo intellettuale, sembrano dirci:
se non sei impegnato, sei non vuoi cambiare il mondo con noi, se non usi le parole come arma di difesa civile, insomma sei poco propenso alla bacchettoneria, che tu sia dannato in eterno.
Ma non è solo Aldo Grasso a stroncare Quello che (non) ho, le critiche arrivano anche dalla stampa che potremmo considerare “amica”… Il Fatto Quotidiano, a proposito della trasmissione, scrive:
una filastrocca che si interrompe con la parola migliore, quella che scrittori, attori, giornalisti, comici, artisti cercano di interpretare con il ritmo di un’omelia e il tono di un’estrema unzione
Insomma critiche non proprio tenere ma molto pertinenti a cui bisogna aggiungere la considerazione che la trasmissione non è per niente televisiva, sembra di stare ad un convegno culturale o a un cineforum più che su un set televisivo. Ma non solo: la trasmissione è praticamente uguale a Vieni via con me.
A riprova che la trasmissione non è stata concepita (forse volontariamente) in modo televisivo c’è anche la collocazione. Invece di un appuntamento settimanale, Fazio e Saviano hanno scelto di proporla per tre serate di seguito. Vedremo come andranno gli ascolti stasera e domani sera ma la nostra bocciatura è probabilmente irrevocabile…
Articolo penoso.Grasso chi?quello che vuole premiare lo psiconano?perchè non continuate a guardare il vostro beneamato grande fratello,quella si che è cultura…la vostra cultura.
informati prima di parlare, aldo grasso è il critico tv del corriere della sera (e non è certo berlusconiano). il grasso che intendi tu è il procuratora nazionale antimafia (neanche lui berlusconiano), uno che ha solo riconosciuto i risultati del governo berlusconi nella lotta alla mafia nonostante in passato lo avesse anche criticato. e magari quelle uscite ti erano anche piaciute. Se tu leggessi il nostro blog sapresti che il grande fratello lo critichiamo da tempo. ma critichiamo ancora di più i radical chic che vogliono insegnarci ad essere migliori, che danno un valore pedagogico alla tv come nei regimi dittatoriali. e per tua informazione, guardiamo tutto. e non critichiamo in modo snob una trasmissione che fa ascolti alti ma cerchiamo di capirne il perchè. anche tu dovresti cercare di capire invece di sparare sentenze disinformate,
saluti!
Riuscite ancora a difende quel pagliaccio?
chi sarebbe il pagliaccio? questo è un blog di televisione, non ci appassiona la politica, a differenza di chi commenta che pare – ancora – ossessionato da berlusconi
Saviano, detto “le tic c’est (radical) chic”. La trasmissione e’ per me un incubo materializzato: ricordo con angoscia l’agonia di quand’ero bambino nel cercare di stare sveglio (o meglio sopravvivere?) alle omelie pronunciate durante la messa. Ora che sono cresciuto si materializza l’incubo peggiore, di portata kafkiana: 9 ore di omelia divisa in tre giorni consecutivi, e magari da guardare fantozzianamente in ginocchio sui ceci! Non e’ forse questa istigazione al suicidio??