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Una Grande Famiglia: i Rengoni sono ancora in pericolo?

Quando il pubblico premia un prodotto ben scritto, ben realizzato e soprattutto innovativo per il banale panorama della fiction italiana, non possiamo che gioirne. 


Ieri sera la sesta e ultima puntata di Una Grande Famiglia ha appassionato oltre 7 milioni e mezzo di spettatori raggiungendo uno share di oltre il 26%. Grande soddisfazione quindi che il pubblico abbia premiato una serie nettamente diversa (leggasi migliore) delle solite fiction italiane in cui per raccontare la famiglia si scade nel familismo e nello stereotipo.

L’episodio di ieri era sceneggiato particolarmente bene e aveva  un ritmo incalzante. L’inizio della puntata sembrava presagire la tragedia per la famiglia Rengoni. Un ingente ordine , che avrebbe dovuto risistemare i conti dell’azienda viene disdetto: sembra che qualcuno lavori nell’ombra per far fallire la fabbrica in modo da poterla poi rilevare a prezzi stracciati. Di fronte al fallimento, l’occhio del pubblico cade su Serafina, la misteriosa segretaria interpretata magistralmente da Piera Degli Esposti.

Il suo personaggio sembra infatti tenere le redini di tutti i misteri che circondano i Rengoni in particolare quelli legati alla scomparsa del primogenito Edoardo. Serafina, dalla gran parte del pubblico, era vista come una “talpa” che flirtava con un nemico indefinito.

In effetti Serafina prende degli ordini esterni ma è anche colei che salva l’azienda: di notte trasferisce un file sul computer aziendale… Sono le coordinate di un conto estero in cui sono depositati i 20 milioni di euro che mancavano dalla gestione di Edoardo.

Ernesto, il patriarca, capisce che dietro al mistero dei soldi ricomparsi si deve celare Serafina, l’unica con pieno accesso a tutti i luoghi e a tutte le informazioni dell’azienda. L’uomo cerca un confronto con la segretaria che rimane però enigmatica. In un flashback/ricordo si apprende di una sorta di patto tra lei e Edoardo…

Ma adesso è tempo di festeggiare a Casa Rengoni: l’azienda, la villa e il futuro sembrano salvi. La parte finale della puntata si chiude con la scena corale della cena di festa, una scena realizzata magistralmente dal punto di vista della regia.

Ma elementi di mistero continuano e sembrano coinvolgere principalmente il piccolo Tino, figlio dello scomparso Edoardo. Ma il piccolo Tino non è una vittima, il bambino è sereno, tranquillo e pare avere un ruolo di aiutante nei misteri stessi. E’ lui che fin dalla prima puntata riceve telefonate anonime che dice provenire dal padre, è lui che sparisce e viene ritrovato in modo sospetto, è lui che gioca con una macchinina uguale alla preferita del padre da piccolo. Ma non è la solita automobile, quella appartenuta a Edoardo è ancora in soffitta. Il nonno Ernesto è l’unico che capisce che il nipote è al corrente di molte cose ed è l’unico che si insospettisce quando Tino lascia la sala durante la cena.

Ed è proprio Tino, nelle ultimissime inquadrature, a riportare il padre Edoardo in casa. Il ritorno dell’uomo, creduto morto, scatena reazioni differenti in famiglia. Dalla commozione della madre al sorriso compiaciuto del padre che vede confermate le sue convinzioni sul fatto che il figlio sia ancora vivo. Tra i fratelli c’è stupore e sorpresa, in Raoul, che intanto ha iniziato una storia con la cognata vedova, sembra aggiungersi rabbia. L’unico veramente tranquillo è il piccolo Tino.


Ma il ritorno di Edoardo apre nuovi enigmi che saranno affrontati nella seconda stagione. L’uomo dice poche parole ma che sono pietre: sostiene che tutto quello che ha fatto, lo ha fatto per salvare l’azienda e la famiglia che erano in pericolo e aggiunge che forse il pericolo è ancora presente.

Insomma, un grande finale degno delle migliori serie tv americane per un prodotto che segnerà un punto importante nella storia della fiction italiana. Ora sarebbe necessario che il pubblico la smettesse di accontentarsi dei prodotti banali che la tv pubblica, e non solo, troppo spesso ci propone.

1 commento

  1. carmelo carmelo
    16 maggio 2012    

    Sono uno scrittore ottantenne, autore di racconti per ragazzi.
    Ottimo lavoro sul Piccolo Schermo. Mestiere da vendere per la tensione prodotta. Purtroppo però, ho mal digerito il finale.
    Il comparire improvviso di Edoardo, lascia impropriamente attoniti i commensali come se tutti incredibilmente fossero al corrente di ogni cosa. Un finale storpiato e privo di ogni spontaneità.
    PECCATO!

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