Dalle parole di Mauro Mazza in conferenza stampa avevamo avuto il sospetto che il motivo del “commissariamento” di Sanremo non fosse Celentano ma la disorganizzazione che ha regnato nella prima serata.
Anche il Dagospia sembra propendere per questa ipotesi. Scrive un Dagoreport del sito di D’Agostino:
L’arrivo di Marano a Sanremo, inviato dal Direttore Generale Lorenza Lei e con pieni poteri sul Festival, non sarebbe legato al contestato spettacolino di Celentano, ma al disastroso intoppo del voto della giuria demoscopica (passato in secondo piano proprio grazie al Molle Agiato). Anche perché il Ciarlatano nazionale ha strappato un contratto blindatissimo che non permette correzioni o interventi sui monologhi o sugli interventi – penale pesantissima sul contratto […] a tutto vantaggio di Celentano, e di ulteriori polemiche.
Al centro delle preoccupazioni della Rai ci sarebbe il sistema di voto che ieri si è inceppato:
Dall’inizio della serata, i giurati popolari che si trovavano nella galleria dell’Ariston – e non più nelle famose “sedi Rai” sparse per tutta Italia – non hanno potuto votare per i cantanti in gara, per un malfunzionamento del sistema informatico.
Dopo proteste, fischi e contestazioni, Morandi ha letto il comunicato della Rai in cui si annunciava che i concorrenti della prima serata si sarebbero ri-esibiti stasera (tutti e 14!) affinché i giurati (che saranno diversi) potessero votare la canzone subito dopo l’esibizione e non in maniera differita o con diversi sistemi (come si era ipotizzato ieri sera).
Tutto questo avrebbe causato profondi malcontenti tra i discografici furenti per il disguido e per le lunghe attese che hanno dovuto sopportare diversi cantanti.