Se gli insulti volano al Grande Fratello tutti parlano di televisione trash. Se gli insulti volano a Servizio Pubblico, da Michele Santoro, allora nessuno sembra scomporsi…
E invece no… Se si vuole essere attenti alle forme per le cose frivole, a maggior ragione, bisogna esserlo anche quando si parla di cose serie.
Vediamo cosa è successo. Dopo 11 puntate soporifere, ieri sera da Santoro è ricominciato il teatrino in cui i toni si alzano e magari anche gli ascolti (lo vedremo più tardi quando usciranno i dati auditel della trasmissione).
Sandro Ruotolo è inviato in Sardegna, con lui c’è un gruppo di operai indignati; la tensione si alza, la discussione tra il Senatore leghista Roberto Castelli e gli operai si fa accesa. Ad un certo punto un lavoratore sbotta: “Castelli, non rompere i coglioni a me!”.
Castelli, a quel punto si alza, saluta Santoro e Enrico Letta e lascia lo studio in mezzo ad un pubblico entusiasta e gasato.
In tutta questa bagarre Santoro è parso impassibile e quasi soddisfatto.
Se insulti e abbandoni fanno gridare al trash televisivo se si parla di Grande Fratello, bisognerebbe usare gli stessi toni anche nel caso di Servizio Pubblico. E invece in questo caso sembra di essere di fronte a totem intoccabili che non si possono criticare. Niente di nuovo sotto il sole, ma bisogna dirlo che Servizio Pubblico, ieri sera, ha eguagliato il Grande Fratello. E che Alessia Marcuzzi è stata meno “tifosa” di Michele Santoro che pareva già sfregarsi le mani dalla soddisfazione per il teatrino appena andato in onda. Ma in fondo è comprensibile, il suo non è un pubblico ma una tifoseria.
Ecco il video che mostra i fatti appena raccontati e commentati:
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