Quella appena conclusasi è stata una settimana nera per gli ascolti dei nuovi show in prime time delle tv generaliste: Aldo Grasso sul Corriere della Sera parla di “debacle”, Maurizio Caverzan su Il Giornale paventa “l’incubo 10% di share”.
La scorsa settimana si è aperta col tracollo della seconda puntata di Baila che, dopo un esordio attorno al 18%, è precipitato al 10.2% con solo 2,1 milioni di spettatori. Parziali attenuanti per il talent show di Barbara d’Urso potrebbero essere il venir meno della curiosità di cui si è giovata la prima puntata e soprattutto il fatto che lunedì scorso c’era una forte concorrenza interna con Quarto Grado (Rete 4) che trasmetteva in diretta la sentenza sul delitto di Perugia.
Ma appunto, sono attenuanti solo parziali. Lo show sul ballo mostra molti punti deboli, forse dovuti al fatto che è stato riadattato dopo la sentenza che ne aveva inibito la messa in onda in quanto troppo simile a Ballando con le stelle.
Maurizio Caverzan su Il Giornale ricorda che le condizioni imposte dal giudice per evitare il plagio erano: divieto di procedere alle eliminazioni delle coppie e divieto di assegnare un premio finale. La mancanza di questi elementi rende molto meno appassionante una talent show. Venerdì ci sarà un’ulteriore udienza per la denuncia di plagio. Stasera, intanto, a Baila si procederà all’eliminazione di una coppia.
Ma se a Cologno non possono esultare anche a Viale Mazzini c’è poco da stare allegri. La seconda puntata di Me lo dicono tutti, condotto da Pino Insegno, ha totalizzato uno share del 10.7% con 2,6 milioni di spettatori e ne è stata decisa la chiusura.
Cattive notizie anche per Rai 2. Star Academy, talent show che avrebbe dovuto raccogliere l’eredità di X Factor, si è fermato sotto il 6% di share ma, almeno per ora, non si parla di rischio chiusura.
In questo momento nero per l’intrattenimento, a resistere è soltanto “l’usato sicuro”: C’è posta per te, i bimbi canterini, sia quelli di Antonella Clerici che quelli di Gerry Scotti e I Migliori Anni.
Fino a qualche anno fa uno share del 20% sulle reti ammiraglie sarebbe stato una sconfitta; oggi superare questa soglia pare un ottimo traguardo. Più che temere “l’incubo 10%” bisognerebbe trovare idee nuove che possano incontrare le richieste di un pubblico sempre più esigente perchè con maggiori possibilità di scelta.
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