Ieri il sito Davidemaggio.it ha assegnato i “Teleratti”, gli oscar al peggio della tv nostrana.
Le nomination sono state decise da una commissione di giornalisti ed esperti sul mondo della televisione e poi sottoposte al voto del web.
A far incetta di “premi” è stata Barbara d’Urso che, secondo i votanti, rappresenta dunque il “male assoluto” della tv italiana.
Il giudizio è piuttosto ingiusto; la d’Urso non è né peggio né meglio del resto della tv italiana e mondiale.
Per chi, come noi, è un adoratore della conduzione minimalista di Maria De Filippi, la pomposità dello stile di Maria Carmela d’Urso non è certo il massimo.
Spesso troviamo in lei un eccesso di autoreferenzialità e di autocelebrazione ma rimane una grande professionista nonostante le sue bislacche facce tristi e commosse quando affronta temi tragici.
Barbara, attrice e conduttrice, ha alle sue spalle una carriera professionale di oltre 30 anni. Era a Mediaset quando Mediaset non esisteva, mentre quel “folle visionario” che è Silvio Berlusconi stava lanciando la sua creatura TeleMilano (poi Canale 5). Proprio il premier (secondo quanto rivelato da Alfonso Signorini) ha definito la d’Urso “sorriso di velluto e palle d’acciaio”.
La signora del pomeriggio è una gran lavoratrice e fervente aziendalista che evita i capricci di certe sue colleghe (il riferimento è ad una sua acerrima rivale…)
Pomeriggio Cinque non sarà il massimo dal punto di vista culturale (facciamola finita di credere ancora alla favola della funzione educativa della tv!) ma è un ottimo prodotto di intrattenimento nonostante che certi ambienti snob e radical-chic giudichino in maniera sprezzante i gusti del “popolo” considerato un minus habens.
La d’Urso è stata lungimirante e intelligente nel creare un rapporto speciale col suo pubblico a casa e in studio. Un rapporto da star popolare americana, in stile Oprah Winfrey.
A difendere la d’Urso non serviamo certo noi, quello che conta sono i risultati d’ascolto della sua trasmissione che ottiene sempre buoni risultati.
Su di lei pesa il flop di Stasera che sera! ma che non è certo l’unico della stagione, sia della Rai che di Mediaset.
Si accusa la d’Urso di fare una “tv del dolore” ma è un genere di cui sono disseminati tutti i palinsesti.
La televisione non ci impone niente, siamo noi a scegliere. Molti programmi chiudono per i bassi ascolti, gli altri tengono. Questa è la prova che l’unico giudice, per fortuna, resta il mercato e gli ascolti. E questi sembrano premiare Barbara. Per chi non è d’accordo esiste un aggeggio chiamato telecomando, tramite cui è il pubblico stesso a “costruire” la sua televisione.
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