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Ulisse di Alberto Angela, puntata di sabato 5 e 12 maggio 2018

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Comincia sabato 5 maggio alle 21.25 su Rai3 il viaggio in due puntate di “Ulisse tra i segreti della Roma sotterranea”. A fare da guida, come sempre, è Alberto Angela. La città di Roma non cessa mai di stupirci, tanta è la storia che ha attraversato nel corso dei secoli. Quartieri nuovi con nuove costruzioni, l’accumulo di detriti, l’innalzamento del piano di calpestio hanno fatto sparire nel sottosuolo edifici che un tempo costituivano delle autentiche meraviglie e che a volte riemergono casualmente in tutto il loro splendore.  


E’ il caso della Basilica di Porta Maggiore, scoperta per caso durante i lavori per il viadotto ferroviario che porta alla Stazione Termini. Un edificio nascosto e meraviglioso: una basilica interrata risalente all’epoca di Augusto, che somiglia molto a una chiesa paleocristiana ed era invece dedicata a un culto misterico orientale. E’ soltanto una delle sorprese sotterranee emerse dal passato. Chi penserebbe mai, ad esempio, che nel quartiere Appio Latino, sotto un tombino, si nasconde un ipogeo con affreschi magnifici, dove si mescolano simboli cristiani e simboli pagani? Anche questo è stato scoperto per caso, mentre si gettavano le fondamenta di un palazzo. Chiunque ama Roma conosce le grandiose Terme di Caracalla, ma ancora più grandioso e stupefacente è il dedalo di gallerie e di ambienti di servizio che si nasconde nel sottosuolo. Alberto Angela ci farà rivivere l’attività che ferveva in questi spazi. Le sorprese non riguardano soltanto il mondo classico. Anche le epoche successive hanno arricchito la città sotterranea di autentiche meraviglie: basti pensare alla Cripta Balbi che permette di avere un’idea di un quartiere di artigiani romani nel Medioevo, al caratteristico cimitero della Confraternita dei Sacconi Rossi sull’Isola Tiberina o alle trasformazioni subite nel tempo dalla Basilica di San Clemente con le sue cripte nel sottosuolo. Tutti ambienti che visiteremo accompagnati dal racconto avvincente di Alberto Angela. Esploreremo anche dei luoghi singolari e inaspettati. Vedremo un laghetto dall’acqua purissima che si è formato sotto antiche rovine al Celio e scopriremo l’uso inconsueto, a cui sono state destinate alcune cave di tufo abbandonate: la coltivazione di funghi.

La seconda tappa del viaggio di “Ulisse tra le meraviglie di Roma sotterranea”, in onda il 12 maggio, riparte da uno dei luoghi più illustri e famosi della città: accanto al Colosseo, sul colle Celio, dove nel corso dei secoli si sono avvicendate, una costruzione sull’altra, la Domus Aurea di Nerone, le Terme di Traiano e nel Settecento una grande polveriera. Proprio esplorando i resti della costruzione settecentesca, i ricercatori si sono imbattuti in una scoperta sensazionale che ci viene mostrata in esclusiva da Alberto Angela: il più grande mosaico verticale di epoca romana arrivato fino a noi. A poche centinaia di metri, sotto piazza Venezia, conosceremo un altro spaccato del mondo sotterraneo che si nasconde sotto la città eterna: l’Insula dell’Ara Coeli. Un grande caseggiato, che doveva essere abitato da più famiglie, di sei piani, alto 20 metri. E’ forse l’esempio più evidente di come nel corso dei secoli il livello di calpestio si sia innalzato progressivamente per diverse ragioni: sedimenti portati dalle piene del Tevere, macerie non rimosse di edifici crollati o abbattuti, accumuli di terra e polvere. E proprio nell’Insula così antica una porta ci collega a un altro mondo, a un’altra epoca: gli ambienti sotterranei dell’Altare della Patria, serviti durante la guerra come rifugio antiaereo. Il mondo sotterraneo di Roma non è infatti soltanto quello classico: Alberto Angela ci farà scoprire nel Palazzo degli Uffici dell’Eur il grande bunker costruito nel 1939 per proteggere i dipendenti dagli attacchi aerei. Ma il bunker è solo una piccola parte di quella città sotterranea che era stata progettata, e solo in minima parte costruita, in quegli anni. Il rapporto problematico tra antichità e modernità è da sempre il tema che architetti e urbanisti si trovano ad affrontare nella progettazione di strutture e servizi per l’intera città. Se ne ha un esempio nella metro C, i cui lavori più volte si sono imbattuti in reperti archeologici di notevole importanza. La stazione di San Giovanni costituisce un esempio di come il problema è stato affrontato e risolto. Una stazione-museo che Alberto Angela esplorerà come un viaggio a ritroso nel passato di Roma fino ad arrivare a una scoperta sensazionale: i resti di due Neanderthal risalenti a circa 250 mila anni fa. Forse i più antichi resti di Neanderthal in Europa.

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