Il momento migliore della prima puntata de Il Collegio di Rai2 è stato quando gli adolescenti si sono trovati in difficoltà a comporre i numeri telefonici sul vecchio apparecchio a disco o quando hanno ascoltato la musica dai 45 giri, oggetti che avevano visto solo a casa della nonna ma che mai avevano usato.
Peccato, però, che la trasmissione non sia stata incentrata su elementi come questi… Annunciata come un docu-reality e un esperimento sociale, si è rivelata piuttosto una sorta di fiction fedele a un copione scritto che diventava una sorta di candid camera per i ragazzi.
Ne Il Collegio si punta sulla rigida disciplina, ma solo a parole: le immagini invece sembrano esaltare i tentativi dei ragazzi di nascondere trucchi, snack o cellulari (quella della mancanza della tecnologia è l’unica tematica che Il Collegio affronta con un po’ di completezza). Le punizioni sono blande e fin troppo arbitrarie: non vogliamo certo inneggiare a metodi educativi violenti ma a un certo punto – in un ambiente che richiamava la fiction cult di Canale 5 Le ali della vita – abbiamo davvero sperato che si palesasse Sorella Alberta (la compianta Virna Lisi) con la sua perfidia autoritaria.
Un accenno di reality show arriva solo alla fine quando vengono nominati i migliori e i peggiori della settimana e durante i momenti “confessionale”. Per il resto Il Collegio appare come una recita, una ricostruzione degna della televisione di 20 anni fa quando il genere reality non aveva ancora rivoluzionato il panorama dei format.
Professori, preside e sorveglianti risultano imbrigliati in ruoli totalmente scritti e stereotipati che sfiorano il ridicolo. Giancarlo Magalli, relegato a voce narrante, non aggiunge niente al programma (puntare sul suo sarcasmo sarebbe stata, invece, una manna per la riuscita della produzione).
La prima puntata de Il Collegio ha ottenuto un discreto successo di pubblico: 2.132.000 spettatori pari all’8.28% di share. Chissà se riuscirà a mantenersi su questi dati… L’effetto ripetitività ci sembra dietro l’angolo!
