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La classe degli asini, trama, 14 novembre 2016

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La classe degli asini. Una storia di grande impatto emotivo liberamente ispirata alla vicenda reale di Mirella Antonione Casale, insegnante e madre di una bimba con un grave deficit psicomotorio, che, nella seconda metà degli anni Sessanta, cominciò una strenue lotta per il riconoscimento del diritto ai ragazzi disabili di frequentare insieme agli altri bambini la scuola dell’obbligo. Una battaglia lunga e difficile che portò il Parlamento nel 1977 all’approvazione di una legge che cancellò definitivamente le aberranti “classi speciali”. 


Un film per la regia di Andrea Porporati che segna il ritorno alla fiction su Rai1 di Vanessa Incontrada nei panni della protagonista e di Flavio Insinna in quelli dell’insegnante Felice Giuliano. Nel cast anche Fabio Troiano, Aurora Giovinazzo, Giovanni D’Aleo e Monica Dugo.

La classe degli asini è una coproduzione Rai Fiction – 11 Marzo Film, prodotta da Matteo Levi, in onda in prima serata su Rai1 lunedì 14 novembre.

LA TRAMA

Torino, 1964. Liberamente ispirato alla storia di Mirella Casale, e alla sua battaglia per l’integrazione dei disabili nella scuola dell’obbligo. Mirella è un’insegnante e una madre. La figlia, Flavia, ha 8 anni ma non è mai andata a scuola. Da quando ha pochi mesi, infatti,
la bambina è stata colpita da una grave malattia. I medici le hanno detto che è come se una grandine abbia colpito il suo cervello. E ora la bambina non cammina, non parla. Nonostante questo Mirella pensa che in sua figlia ci sia una piccola luce che si potrebbe accendere, che la compagnia degli altri bambini potrebbe aiutare la bambina a vivere una vita migliore, anche se tutti non fanno che ripeterle che non c’è niente da fare. Felice insegna nella stessa scuola di Mirella. Le sue lezioni sono appassionanti, coinvolgenti, come quando porta tutti in cortile per spiegare l’ Iliade, ma i suoi metodi non sono apprezzati da tutti. Felice non sa adattarsi alle regole, non riesce a seguire il programma ma i bambini lo amano, e con lui sembrano trovare nuove motivazioni. Persino Riccardo, un ragazzino che viene dal sud, e che con gli altri insegnanti non riesce a star fermo, parla in dialetto e spesso si ritrova a litigare con gli altri bambini. Dopo il suo ennesimo colpo di testa, il consiglio di classe, con il voto decisivo di Mirella, decide di mandare Riccardo in un Istituto speciale, in una classe differenziale. Felice si dispera. Non capiscono che in quel modo faranno di Riccardo un bambino ‘sbagliato’? Quelle sono le classi degli asini. Da quelle classi nessuno torna indietro. Finirà per diventare un disadattato o peggio.


Nessuno però l’ascolta, nemmeno Mirella. Il problema di Riccardo è che il padre ha lasciato la famiglia, e la madre, travolta da enormi problemi economici, non riesce a seguire l’educazione dei figli. Così a Riccardo non resta che fare quanto la scuola ha deciso per lui. Inizia a frequentare un istituto speciale. Si ritrova in mezzo a ragazzini con gravi problemi, con insegnanti svogliati, e bidelli che non sopportano le sue intemperanze e che ogni volta lo puniscono. Riccardo chiede aiuto a sua madre ma la donna non l’ascolta, così decide di andare alla ricerca di suo padre. L’uomo, un lavoratore edile precario, è preoccupato soprattutto di perdere il lavoro, e non ha nessuna intenzione di occuparsi di lui. Così Riccardo si ritrova solo. Una pattuglia della polizia lo scopre, e lo riporta all’istituto, dove viene punito per l’ennesima volta. Intanto Mirella grazie a un’amica ha scoperto l’Anfass, un’associazione che si occupa delle famiglie dei bambini portatori di handicap. Scopre che Flavia sorride quando è in compagnia degli altri, che partecipa e le sembra persino di vedere ‘quella luce’ che a volte si accende nei suoi occhi. Scopre anche che Felice ha aperto una scuola sperimentale, una scuola che accoglie invece di rifiutare, una scuola capace di mettere insieme bambini bocciati, ripetenti, adulti che non sono riusciti a conseguire il diploma, ma anche bambini con handicap. E di fronte all’ennesimo rifiuto di Flavia, all’ennesima sconfitta, decide di andare da Felice a chiedere aiuto. Riccardo, intanto, ha preso la sua decisione, ha deciso di scappare definitivamente dall’Istituto. Ma dove andare? L’unico a cui può chiedere aiuto è il professor Felice. Il problema è che l’uomo non vive da solo, ma divide l’appartamento con altri. Così Felice decide di chiedere l’aiuto di Mirella. Le racconta di come l’Istituto tratta Riccardo, delle botte, di quelle medicine che gli danno per farlo star buono.


Mirella accetta di far dormire Riccardo in casa ma il giorno dopo dovranno riportarlo a sua madre. Riccardo ci resta male, sperava che almeno loro capissero, che lo aiutassero, che lo tenessero con sé. Anche Flavia ci resta male a vedere quel ragazzino andarsene di casa e proprio nel salutarsi per la prima volta Flavia ha una reazione cosciente verso un’altra persona. Segno che lo stare accanto ad altri ragazzi funziona più dell’isolamento, che anche nei casi di grave disabilità, come quello di Flavia, la vicinanza con i coetanei può accendere una luce. Ma Mirella e Felice non possono fare altro che riportare Riccardo alla madre. E la madre lo riconsegna all’istituto. Ma qualche giorno dopo Mirella e Felice, accompagnati da quelli dell’associazione di Felice, si presentano all’istituto, filmano ogni cosa; i bambini legati, le medicine negli armadietti, e riescono a liberare Riccardo e – con uno scoop – a chiedere la chiusura dell’istituto. Ma adesso che fare? E’ in quel momento che una bella notizia arriva a cambiare le cose. Mirella viene nominata preside. Ora sta a lei decidere la composizione delle classi, e Mirella prende una decisione storica: sfruttando un cavillo burocratico di una vecchia legge, decide di creare delle classi speciali, classi dove possono stare insieme tutti quei ragazzini rifiutati dalla scuola come Riccardo e Flavia. Intanto Mirella, grazie al suo impegno, viene nominata, al convegno nazionale che si tiene a Roma, dirigente dell’Anfass. Ormai la sperimentazione viene portata avanti anche in altre città, altri istituti, e al Ministero dell’Istruzione, hanno cominciato ad interessarsi di quella battaglia. Ma tornata a Torino scopre una brutta sorpresa. Il Provveditore ha deciso di separare nuovamente la classe sperimentale dal resto della scuola, ha chiuso un cancello e quei ragazzini si ritrovano così di nuovo esclusi. Ma questa volta Mirella non è sola, accanto a lei c’è Felice, l’Anfass, e tutti quegli insegnanti e quei genitori che hanno capito le sue ragioni. Poco dopo a Roma il ministro Franca Falcucci istituisce una commissione che porterà, il Parlamento, il 4 agosto 1977, ad approvare la legge 517 che prevede l’inclusione dei portatori di handicap nella scuola dell’obbligo, e l’abolizione delle classi speciali, le cosiddette ‘classi degli asini’.

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