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SuperQuark, anticipazioni puntata dell’11 giugno 2015

Quest’anno Superquark inizierà con due puntate speciali: un affascinante viaggio nella storia dell’Universo e della Terra in due tranches. In un grande studio, con effetti speciali, grafiche e filmati, Piero Angela racconterà questa lunga storia, avvalendosi di una serie di immaginarie telecamere posizionate lungo il percorso, nei punti cruciali in cui sono avvenuti i cambiamenti decisivi. La prima si troverà esattamente nel punto zero, là dove tutto è cominciato con il Big Bang, tredici miliardi e settecentoventi milioni di anni fa, secondo gli ultimi calcoli. 


Le altre telecamere racconteranno, come in un grande film, le sequenze e le svolte che si sono succedute. Questa formula permetterà al programma di essere particolarmente divulgativo, rendendo chiare le spiegazioni degli scienziati. Ma sarà anche l’occasione per raccontare tante cose che non tutti sanno. Per esempio che le stelle e il Sole non brillano, ma che è il nostro cervello a vederli così. Che la materia è vuota dentro, al punto che se “schiacciassimo” l’Everest si ridurrebbe alle dimensioni di un pallone da calcio. Che nei primi istanti l’Universo si è espanso a una velocità superiore a quella della luce. Che nella Terra primordiale i giorni duravano sei ore e la Luna era vicinissima. Che ci sono oggetti nel Cosmo che pesano milioni di volte più del piombo. Che oltre il 90% dell’Universo è invisibile. E che esiste un’energia nascosta che ancora non conosciamo, così potente da causare la fuga delle galassie.

Nella prima puntata, dal titolo 13 miliardi di anni: in viaggio nell’Universo, in onda giovedì 11 giugno alle 2​1.15 su Rai1, si spiegherà, per cominciare, cosa si è capito oggi dell’immensa deflagrazione iniziale: il Big Bang. I ricercatori ritengono che nei primi miliardesimi di secondo siano successe cose fondamentali: dapprima la nascita dello spazio-tempo e della gravità, poi l’apparizione dei primi mattoncini della materia, ma anche di quelli dell’antimateria. Dove sia finita oggi l’antimateria (molto abbondante, sembra, inizialmente) non si sa: probabilmente in questa fase turbolenta, materia e antimateria, incontrandosi, si annichilirono, trasformandosi in energia pura. Però, ritengono gli studiosi, non si può escludere vi sia ancora dell’antimateria in giro nell’Universo; e che magari esistano antistelle e antigalassie.


In studio il professor Bignami, presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, aiuterà a capire meglio queste fasi iniziali dell’evoluzione cosmica, ma anche le altre che hanno portato pian piano alla formazione di stelle, galassie e anche buchi neri. Secondo gli astrofisici, l’Universo attualmente è disseminato di buchi neri, alcuni di proporzioni gigantesche. Ma il programma mostrerà anche come l’enorme quantità di materiale vagante, asteroidi, comete, polveri, rocce, abbia portato alla costruzione della Terra e degli altri pianeti in orbita intorno al Sole. In quel periodo la superficie terrestre era un ribollire di magma e gas, completamente inadatta alla vita. Si vedrà quali traumi la Terra ha attraversato prima di rendere l’ambiente adatto alla nascita delle prime forme viventi.

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