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Report, la pizza e il paternalismo della Gabanelli…

È semplice e veloce passare dall’essere considerata totem intoccabile dell’inchiesta, all’essere additata come una moralista un po’ rompiscatole… Questa parabola sembra stia toccando a Milena Gabanelli, volto e mente di Report su Rai3

Il motivo scatenate di questa derisione, che pervade i commenti di oggi, è stata l’inchiesta sulla pizza andata in onda domenica sera nella prima puntata di Report. Gli ascolti sono stati ottimi, quasi 3 milioni di spettatori con oltre il 12% di share. Ma lo sberleffo è arrivato lo stesso.

Lo stile inquisitorio e d’assalto tipico delle inchieste di Report è stato usato per indagare il mercato della pizza. Udite, udite! la squadra della signora Gabanelli ha scoperto quello che nessuno di noi immaginava: alcune pizzerie usano materie prime scadenti, alcune pizze sono troppo cotte e altre troppo poco. Ma il vero scoop è stato quello relativo ai forni a legna: creano fumo e fuliggine che, nel caso in cui finiscano sulla pizza, possono essere nocivi per la salute. Un’inchiestona insomma…

Ma è stato proprio il tono serioso per una materia non così scandalosa ad aver generato l’ilarità nei commentatori. Scrive Stefania Carini su Europa:

Report l’altra sera sembrava una parodia di Checco Zalone […]. Il programma ha utilizzato il suo stile per un tema risibile, dimostrando così che anche il suo linguaggio d’inchiesta è spesso privo di senso. È infatti un ripetersi di frasi fatte, stili di ripresa, approccio grintoso: un cliché che puoi applicare anche alla pizza e poi farlo passare per scoop, scandalo, denuncia.

Oggi arriva anche un editoriale di Aldo Vitali, direttore di Tv Sorrisi e Canzoni, che prende bonariamente in giro lo stile inquisitorio e moralisteggiante della Gabanelli. Vitali immagina che la giornalista si presenti a casa sua. Segue il panico, perché Milena “fa le pulci a tutti e a tutto”:

trovarsela in casa è un problema: per prima cosa ha osservato che i miei cani hanno ciotole vecchie e collari sdruciti, dettagli che potrebbero significare disinteresse nei loro confronti. Poi è andata in cucina, e non l’avesse mai fatto: nel frigo ha trovato la mozzarella (guai!). E le bottiglie dell’acqua non erano chiuse bene. La raccolta differenziata secondo lei non era ben differenziata (c’era in effetti un coriandolo di carta nel contenitore dell’umido). L’impianto elettrico, poi, l’ha disgustata: tutte quelle spine e prolunghe, ha detto, consumano da sole come mezza Milano… E poi ancora il tubetto del dentifricio schiacciato male, i libri impilati che generano polveri pericolose, la musica troppo alta che sfora il limite di decibel stabilito dal sindaco…

Ad andarci giù ancora più duro è stato Camillo Langone su il Giornale che nell’atteggiamento della Gabanelli rintraccia semi di paternalismo statalista e illiberale:

il problema vero è che sotto la crosticina della gastronoma trovi l’illiberale di sempre: Report considera gli italiani dei minorati sensoriali, persone prive di vista e di gusto incapaci di riconoscere bordi bruciati, impasti indigesti, pizzaioli sporcaccioni. L’illustre conduttrice sa ragionare solo in termini di controlli e di certificazioni, ossia lacci e lacciuoli per le imprese e costi aggiuntivi per i clienti. Eppure ci sarebbe una cosa chiamata libero mercato […]. Purtroppo alla Gabanelli la libertà fa schifo: da anni, con la scusa dell’evasione, si batte per proibire il contante; da ieri, con la scusa della salute, mira a proibire i forni a legna.

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