Chi scrive ha sempre fermamente evitato di visitare i vari musei delle cere con rappresentazioni approssimative di personaggi più o meno famosi. Anche i migliori nel loro genere, quelli di Madame Tussauds, infondono una sensazione di tristezza, di banalità, di cattivo gusto senza la sensazione ricercata del kitsch.
Lo stessa sensazione di ridicolo imbarazzante e non divertente la percepiamo guardando Tale e Quale Show.
La trasmissione è però un successo crescente di ascolti, ieri sera ha sfondato il tetto dei 6,1 milioni di spettatori. Questo dato è enorme e non possiamo liquidare Tale e Quale Show come un brutto prodotto non tenendo conto di tali cifre. Bisogna indagarne le cause.
Il programma puzza di naftalina lontano un miglio, è antico e nostalgico. E questa sembra essere la chiave per uno show di successo su Rai1. A ciò va aggiunta la conduzione, ultra-rassicurante di Carlo Conti, ormai diventato il Pippo Baudo 2.0 della tv.
Tale e Quale vorrebbe essere goliardico e scanzonato ma appare solo scontato e vecchio. Evidentemente il pubblico italiano del venerdì apprezza questo genere. Il sorriso scaturisce proprio dall’imperfezione delle interpretazioni. Non condividiamo ma comprendiamo.
Eppure il format (lo spagnolo Tu cara me suena) sarebbe davvero di alto livello… Peccato che il tutto venga snaturato in chiave nostalgica e retrò. Anche se la trasmissione è un classico esempio di talent-show, tale parola sembra bandita e si ripiega sul vecchio termine “varietà”, certamente più rassicurante per il pubblico della prima rete.
Secondo chi scrive è da bocciare anche la giuria, salviamo solo il più irriverente Claudio Lippi. Christian De Sica e Loretta Goggi ci sembrano totalmente inadeguati, troppo impegnati ad incensare i concorrenti o a lodare i loro trascorsi professionalie e, ovviamente, “la vecchia tv”. Che dire poi di Gabriele Cirilli, uno che quando ci martellava col suo vecchio tormentone “Chi è Tatiana?!?!” veniva considerato un sottoprodotto televisivo ed ora viene considerato un comico di pregio… Miracoli della Rai1 di Carloconti, versione (poco) aggiornata e (poco) corretta di Pippobaudo.
