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La Terra dei Cuochi, uno show deludente

terra-cuochi_fermo-imgSapevamo che non sarebbe stata la versione nazionalpopolare del superbo MasterChef ma non ci saremmo aspettati di assistere ad un programma indefinito, una versione ibrida e triste de La Prova del Cuoco


Il pubblico non sembra aver gradito particolarmente il nuovo cooking show di Antonella Clerici, gli ascolti sono stati piuttosto deludenti: 3.547.000 spettatori con uno share del 14.39%. Il programma di Rai1 è stato battuto dall’inossidabile Paperissima che ha raccolto 4.360.000 spettatori con uno share del 15.69% fino alle ore 22.40 (la parte finale, dalle 22.40 alle 23, lo show di Antonio Ricci è stato seguito da 3.556.000 di spettatori col 15.07%).

Sono molti gli elementi che, a nostro modesto parere, non funzionano. La prima nota deludente che salta agli occhi è la scenografia: cupa, chiusa, scura, dominata dai toni del giallo scuro e dell’arancione che sembrano richiamare, senza riuscirci, l’atmosfera di MasterChef. Il tavolo dell’assaggio dei piatti è una porzione del pavimento che viene sollevata: non è il massimo dell’igiene imbandire una tavola su una superficie che fino a pochi minuti prima è stata calpestata (speriamo che in fase di registrazione la superficie sia stata pulita e che poi il momento sia stato eliminato nel montaggio!).

Non convince neanche Antonella Clerici: in questo show di prima serata sembra aver dimenticato il brio e l’allegria che la caratterizzano a La Prova del Cuoco. La conduttrice risulta troppo rigida e troppo legata alla lettura del gobbo elettronico.

Il meccanismo di gara è buono ma abbastanza complicato e risulta difficile da seguire anche per un uso troppo parsimonioso di grafiche didascaliche. Pessimo è il montaggio che, alla gara sul palco, inframezza dichiarazioni rese a posteriori dai concorrenti: un montaggio “spezzato”, confusionario, che non riesce a regalare ritmo al programma ma ne fa soltanto un spezzatino senza sapore.


Manca la tensione narrativa nel programma; ma a mancare è soprattutto – e paradossalmente! – la cucina. La regia non ci aiuta a seguire i piatti, e anche la conduttrice pare interessarsene ben poco. Le ricette vengono trattate così superficialmente che non si comprendono neanche quali sono gli errori dei concorrenti: la prima prova chiede la preparazione di tagliatelle alla boscaiola, il SuperChef, Davide Scabin, ci dice che tutte le concorrenti hanno sbagliato a scegliere gli ingredienti, ma nessuno alla fine ci spiega quale sia la corretta ricetta tradizionale.

Eppure Davide Scabin risulta comunque essere il miglior elemento del programma. Aria bonaria, non ostenta “cattivismo”, ma col suo carisma riesce ad inchiodare i concorrenti. Un volto che potrebbe riuscire ad imporsi nel panorama televisivo.

Alla fine la sensazione è quella di assistere ad una Prova del Cuoco, più lenta, meno allegra  e soprattutto molto confusionaria. Molti ingredienti sono stati messi in pentola ma l’impressione è ancora una volta la solita: quando la Rai produce programmi di intrattenimento la sensazione è quella del “vorrei ma non posso”. Si cerca in modo ossessivo di innovare ma poi tutto sembra ricadere in uno standard un po’ vecchio e sempre uguale a sé stesso. Ed in effetti c’è un grosso problema per la Rai: mentre le fiction viaggiano in modo eccellente, l’intrattenimento zoppica pesantemente e (tranne Tale e Quale Show) non è riuscita a produrre show di successo negli ultimi mesi.

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