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K2 – La montagna degli italiani, 18 e 19 marzo 2013 su Rai1 (trama, anticipazioni e riassunto)

k2-rai131 luglio 1954. La seconda montagna più alta del mondo viene conquistata. Un gruppo scelto di 12 alpinisti italiani realizza la storica impresa dopo il fallimento degli americani. K2-La montagna degli italiani, due puntate, in prima serata su Rai1, lunedì 18 e martedì 19 marzo 2013 per raccontare la preparazione e la scalata dell’inattaccabile vetta. Nel cast, tra gli altri, Massimo Poggio, Marco Bocci, Michele Alhaique, Giuseppe Cederna, Matteo Azchirvani, Sandra Ceccarelli. La regia è dell’austriaco Robert Dornhelm. Una produzione Rai Fiction, coprodotta da Red Film-Terra Internationale Filmproduktionen. Prodotto da Mario Rossini per Red Film. 


PRESENTAZIONE

K2: la montagna degli Italiani”, una coproduzione italoaustriaca, racconta la conquista della più alta cima del Karakorum da parte di un gruppo scelto di 12 alpinisti italiani, guidati dal professore Ardito Desio. È il 31 luglio 1954: solo un anno prima gli americani hanno tentato la stessa avventura, ma hanno fallito. Nel cast Massimo Poggio (Achille Compagnoni), Marco Bocci (Walter Bonatti), Michele Alhaique (Lino Lacedelli), con Giuseppe Cederna (Ardito Desio), Matteo Azchirvani (Amir Mahadi), Alberto Molinari (Riccardo Cassin), Marco Cocci (Bibi Ghedina), con la partecipazione di Vincenzo Peluso, Giorgio Lupano (Mario Puchoz), Sandra Ceccarelli (nel ruolo della moglie di Desio). La regia è dell’austriaco Robert Dornhelm.

Una produzione Rai Fiction, coprodotta da Red Film-Terra Internationale Filmproduktionen. Prodotto da Mario Rossini per Red Film. Per essere maggiormente aderenti alla realtà il Set è stato posto ad alta quota: sul ghiacciaio tirolese di Solden, a 3.500 metri, e a Innsbruck.

Il film inizia con una scena di guerra risalente a un decennio prima della famosa scalata e presenta la ritirata del Corpo Alpino dalla campagna di Russia. Un uomo giace a terra e il suo amico, nel soccorrerlo, lo rassicura dicendogli che la morte non lo raggiungerà lì. Il ferito esprime il desiderio di morire fra le sue montagne: si tratta di Mario Puchoz mentre l’amico
è Riccardo Cassin. La scena si sposta su Ardito Desio che convince il presidente De Gasperi ad investire in un’impresa dove anche gli americani hanno fallito. Il sogno di Desio si chiama K2. Quindi è il momento di Walter Bonatti Poi tocca a Lino Lacedelli. Sono loro i protagonisti assoluti della prima parte della serie, con Achille Compagnoni che rimane un po’ sullo sfondo, per conquistarsi un ruolo centrale nella seconda parte della fiction.

Il primo episodio racconta soprattutto la costruzione del gruppo, la scelta dei 12 che faranno l’impresa. Cassin è colui che ha il compito di scovare i talenti e di portarli in cima. Ma, a sorpresa, spuntano delle analisi che mettono fuori gioco Cassin. L’estromissione di Cassin diviene anche il primo passo che porterà all’esclusione di Bonatti dal raggiungimento della cima. La seconda parte della fiction è dedicata alla conquista della montagna con l’accento sul trittico destinato a raggiungere l’agognata vetta.


PRIMA PUNTATA, 18 MARZO 2013

1954. Achille Compagnoni (Massimo Poggio), Lino Lacedelli (Michele Alhaique), Walter Bonatti (Marco Bocci), Mario Puchoz (Giorgio Lupano) e altri otto alpinisti tentano di scalare la montagna più pericolosa della terra, la vetta che nessuno fino a quel momento è riuscito a conquistare:il K2. Neanche gli americani nel ‘53. A guidare la spedizione è colui che scoprì il petrolio in Libia: il professor Ardito Desio (Giuseppe Cederna), geologo e studioso. Per portare la bandiera italiana sulla seconda vetta più alta del mondo, Desio deve innanzitutto convincere il primo ministro Alcide De Gasperi (Paolo Graziosi) a finanziare l’impresa. Per farlo preme i pulsanti giusti: l’orgoglio nazionale, la rivincita di un paese con pesanti debiti di guerra, costretto ad accettare un trattato di pace che lo punisce e umilia davanti al mondo intero. Questo progetto è soprattutto la storia di dodici uomini, dodici alpinisti, dodici modi diversi di vivere la montagna, accomunati da un unico sogno: diventare i primi a conquistare il K2. Dodici individui che devono formare un gruppo ed affrontare assieme, come una squadra perfetta, quell’impresa impossibile. Personalità forti, inevitabilmente destinate ad entrare in conflitto, pronte a mettere in gioco le proprie vite, a lasciare a casa affetti e amori, a confrontarsi prima di tutto con se stesse, e poi con quella montagna che sembra non finire mai. E’ dura arrivare lassù. Il gigante bianco oppone un’ardua resistenza, non vuole farsi conquistare e reclama l’estremo sacrificio: quello di Mario Puchoz (Lupano), morto il 21 giugno del 1954. La morte di Puchoz segna profondamente il gruppo mettendo in discussione l’intera impresa. Ma dopo un momento di grande sconforto dove aleggia pesante l’idea di tornare in Italia, il gruppo ritrova compattezza grazie ad Achille Compagnoni. E riparte la scalata.


SECONDA PUNTATA, 19 MARZO 2013

Riparte la scalata e riparte anche il conflitto tra protagonisti che, ora più che mai, la montagna e il sogno dell’impresa mettono gli uni contro gli altri. Perché riemergono l’individualismo e il protagonismo dei singoli, il cui sacrificio vale l’ingresso nella Storia. Perché per piantare la bandiera sul tetto del mondo c’è posto solo per due. E a lanciare l’ultimo attacco alla montagna sono Compagnoni (Poggio) e Lacedelli (Alhaique). Per farlo però hanno bisogno delle bombole di ossigeno, quelle bombole che Walter Bonatti (Bocci), con l’hunza Mahadi (Reza Matteo Azchirvani), si prende carico di portare al punto di rendezvous. Ma, arrivato sul posto, di Compagnoni e Lacedelli non c’è traccia. E intanto la notte sopraggiunge. Bonatti non può rischiare di abbandonare le bombole col pericolo che i due compagni non le trovino. Così resta lì, insieme all’hunza Mahadi. Scava una buca nel ghiaccio per ripararsi dal vento e dal freddo polare, si lega insieme al portatore e affronta la notte più lunga della sua vita. E quando il sole sorge oltre le montagne, Bonatti e il suo compagno sono ancora vivi. Mentre ridiscendono vedono Compagnoni e Lacedelli salire l’ultimo tratto del pendio che li separa dalla vetta.Con le ultime forze che hanno in corpo Compagnoni e Lacedelli raggiungono quota 8611 e piantano la bandiera italiana. Il gigante è vinto, il tricolore sventola sulla vetta, l’impresa è compiuta. E la storia regala all’Italia una pagina epica e irripetibile del ‘900, lasciando però una scia di polemiche che soltanto adesso, a distanza di quasi 60 anni, sembrano essersi sopite.

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