Su Italia Oggi, Marco Castoro fa un’interessante analisi sugli orari delle edizioni serali del Tg1 e del Tg2, mettendo in luce sforamenti e sovrapposizioni.
L’articolo di Castoro parte da una riflessione tanto semplice quanto trascurata dai vertici Rai:
Un’azienda che ha investito in un tiggì digitale [il Tg2] non può abbandonarlo a se stesso per mascherare la sconfitta del Tg1 delle 20 nei confronti del Tg5. E un direttore, come Mario Orfeo, che quando era al Tg2 scriveva tutti i giorni e-mail e lettere all’ex d.g. Mauro Masi, protestando contro gli sforamenti del Tg1 delle 20 che si sovrapponeva all’avvio del Tg2 delle 20.30, in teoria non dovrebbe sfoggiare lo stesso trucchetto per salvare gli ascolti senza far finta di niente.
Il pezzo di Italia Oggi passa poi ad analizzare i dati e gli orari. Una volta il Tg1 serale partiva alle 20 e terminava alle 20,30. Oggi, invece, si parte alle 19,56 e si sfora di 5 minuti. Perchè succede questo? Per recuperare qualche punto di share su Canale 5. Scrive Castoro:
Che fa il Tg1 chiudendo alle 20,35? Intanto recupera in media un punto e mezzo di share nei confronti del Tg5 che alle 20,29 si ferma per qualche minuto di pubblicità, ma finisce però anche per mortificare la partenza del Tg2, che già da qualche giorno è costretto a rivedere l’orario di avvio (ormai parte alle 20,32).
E continua Castoro:
Il Tg5, quando può vantare un traino forte come Gerry Scotti o Paolo Bonolis, chiude quasi sempre in testa al break pubblicitario, per poi lasciare spazio alla rimonta del Tg1. Canale 5 perde anche 5 punti di share con la messa in onda degli spot commerciali. Che non sempre permettono al Tg5 di conservare il vantaggio sul tiggì rivale. Su Raiuno invece, accade il contrario. Chi si lamenta sono gli inserzionisti che vedono non rispettati i tempi dei break pubblicitari.
I “problemi”, per il Tg2, non arrivano solo da Rai 1 ma anche da Rai 3: martedì 15 gennaio, per esempio, Ballarò è cominciato alle 20,30 per chiudere in anticipo e lasciare spazio alle tribune elettorali. Se la cosa dovesse ripetersi sarebbe evidente il “confilitto di interessi” tra due programmi informativi nella solita fascia oraria su due canali Rai diversi.