Per La grande storia, stasera alle 21.05 su Rai3, andrà in onda La Croce e la Svastica di Nietta La Scala, consulente storico Giovanni Sale, consulente Stefania Falasca con la partecipazione di padre Federico Lombardi, direttore Sala Stampa Vaticana, radio Vaticana e Centro Televisivo Vaticano.
Più volte nei suoi cicli La Grande Storia si è occupata degli anni del nazionalsocialismo e del dominio assoluto di Hitler sulla Germania. Più volte è stata raccontata quella storia, più volte ne sono stati mostrati follia e orrore, omissioni e silenzi.
La croce e la svastica si propone di raccontare alcuni aspetti meno noti e poco narrati. È la storia di quei tedeschi che negli anni bui del nazionalsocialismo osarono alzare la testa e sfidare il potere del Führer. Poche persone che hanno testimoniato e lottato, in nome di Dio e della dignità umana. Tra loro alcuni uomini di fede, cattolici e protestanti, protagonisti di ferme e coraggiose proteste.
Si comincia con la storia di Clemens August von Galen, che la stampa alleata chiamerà il Leone di Münster. Un vescovo contro Hitler. Una voce che si leva alta e decisa dal pulpito del duomo di Münster contro l’agghiacciante, progetto nazista di eliminare le vite definite “indegne di essere vissute”. E ancora la storia di quei preti cattolici e pastori protestanti, deportati a Dachau perché avevano osato opporsi al regime. Tra loro Karl Leisner, un giovane diacono, malato e sofferente, ordinato sacerdote nel chiuso del campo di concentramento, sotto gli occhi ignari dei suoi aguzzini. E poi Dietrich Bonhoeffer, protestante, uno dei maggiori teologi del XX secolo, coraggioso e lucido oppositore al Regime, impiccato appena pochi giorni prima della fine del terzo Reich.
E ancora Alfred Delp, il padre gesuita che collaborò col circolo di Kreisau. Un gruppo di cattolici e protestanti, che complottò contro il Führer. E Claus von Stauffenberg, il coraggioso colonnello della Wehrmacht, l’uomo che organizzò l’attentato a Hitler e depose la bomba a pochi metri dal Führer il 20 luglio 1944.
Il film-documento presenta poi la testimonianza dell’ultimo sopravvissuto: il barone Philipp von Boeselager, il giovane tenente che procurò l’esplosivo per confezionare la bomba, scomparso a 92 anni, nel maggio 2008.
E ancora la testimonianza di Mons. Hermann Scheipers, internato a Dachau tra il 1941 e il 1945 e della baronessa Pia Hoevel, nipote del vescovo von Galen. Fanno da cornice al racconto le parole di padre Federico Lombardi, volte a sottolineare la forza e il valore politico e spirituale della scelta di vita e di libertà di questi cristiani contro il nazismo.
(fonte UfficioStampa.Rai.it)
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