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“Un due tre stella” di Sabina Guzzanti è una cupa predica

Sabina Guzzanti mancava dalla televisione da 9 anni e grande era l’attesa per Un due tre stella, lo show che ha debuttato ieri sera su La7


Nonostante la grande attesa, il programma si è fermato a 1.037.000 spettatori, pari al 4.44% di share. Qualche decimale sopra a trasmissioni come Le invasioni barbariche o Robinson ma non certo un risultato “stellare”. Un’altra trasmissione di satira, Glob spread con Enrico Bertolino, andata in onda su Rai 3 in seconda serata, ha ottenuto 200mila telespettatori in più.

Ieri sera Sabina Guzzanti sembrava ferma proprio a nove anni fa. E non lo diciamo per fare una facile ironia su reali o presunti interventi a base di botox sul suo viso. Ciò che era fermo a 9 anni fa, e quindi immensamente vecchio (televisivamente parlando), erano i contenuti.

Come sottolinea Aldo Grasso (Corriere della Sera), sembrava di essere agli inizi degli anni 2000:

gli stessi feticci, le stesse ossessioni, da Berlusconi a Bush, aggiornate ai tempi della crisi.

La cifra che ha contraddistinto la prima puntata è proprio l’odio e l’ossessione e la trasmissione da programma di satira si è trasformata in una noiosa e cupa predica. La Guzzanti pare ossessionata da Silvio più di quanto non lo siano i berlusconiani di ferro.

Riccardo Bocca (l’Espresso) ha sottolineato che il problema della trasmissione è proprio:

la disattenzione patologica alla grammatica televisiva, che anche se cambia premier rimane sempre la stessa.

Essere fuori tempo in tv è un peccato mortale (più che nel cinema o nell’editoria): una cosa appena recente sembra distante anni luce e l’effetto soporifero si concretizza.


Il maggior difetto della Guzzanti è la tendenza a dimenticarsi di dover far satira scadendo nel tono predicatorio e le prediche in tv sono respingenti (può permettersele solo Celentano). Fa notare Aldo Grasso:

si sperava in un programma che indulgesse meno al predicatorio e pescasse ad antiche riserve di satira.

La trasmissione è parsa lenta e la scrittura sembrava indecisa se fare un programma di satira o un programma politico e “di lotta”.

Fuori tempo massimo – da post 11 settembre 2001 – anche gli ospiti Giulietto Chiesa e Michael Moore.

Triste e tetra anche la scenografia ma in perfetto stile con un programma in cui la risata tarda ad arrivare.

Tra i pochi elementi positivi del programma vanno ricordati gli interventi surreali di Nino Frassica e soprattutto Caterina Guzzanti, la sorella minore che pare aver ampiamente battuto la maggiore in quanto a comicità.

Come ha sottolineato Riccardo Bocca la trasmissione è un:

abbecedario dell’antagonismo borghese, con tanto di birignao rubato alla titolare Daria [Bignardi]

Della Guzzanti si salvano alcune brillanti imitazioni ma la trasmissione non sembra avere il ritmo giusto e pare terribilmente “vecchia”.

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