La polemica sul televoto va avanti da molto tempo. La telefonata e il messagggino per votare i partecipanti a reality e tante show originariamente erano strumenti concepiti come metodi per far esprimere il pubblico, “il popolo sovrano” come dice Simona Ventura. Ben presto si è però trasformato in qualcosa di diverso. I vantaggi economici che derivano dalla vincita o da un buon piazzamento in uno show televisivo hanno fatto sì che alcuni concorrenti, tramite manager o familiari o amici, hanno pensato di “investire” nella loro esperienza televisiva e in molti casi sono stati comprati pacchetti di voti effettuati da call center professionali. Alcuni casi ce li ha mostrati Striscia la notizia, Lele Mora ha dichiarato che la tattica era stata adottata anche per far vincere Walter Nudo all’Isola dei famosi e molte polemiche sono sorte anche per le votazioni dell’ultimo Festival di Sanremo.
Finora l’unica in televisione che ha cercato di contrastare il fenomeno dei call center è stata Maria De Filippi che a Amici ha sempre puntato sul binomio commissione dei professori/televoto per evitare i “giochi sporchi” con i call center.
Adesso sul problema interviene l’Antitrust che, dopo le segnalazioni dei consumatori in merito a Grande Fratello e Festival di Sanremo, ha chiesto a Rai e Mediaset di escludere dal televoto le utenze professionali entro 20 giorni al fine di evitare alterazioni nel voto. Il presidente dell’Antitrust, Antonio Catricalà ha infatti dichiarato:
Ci aspettiamo che le due società entro 20 giorni si adeguino alle nostre indicazioni perché altrimenti saremmo costretti ad aprire due procedure sanzionatorie. Il meccanismo del televoto deve essere trasparente: il voto degli spettatori che seguono una trasmissione invogliati anche dall’idea di potere contare nella scelta di un candidato non può essere falsato, nemmeno potenzialmente, dai voti che arrivano dai call center.