La seconda puntata di Volo in diretta, è stata una vera e propria tragedia per gli ascolti della trasmissione di Fabio Volo.
Ieri sera hanno seguito la trasmissione solo 494.000 telespettatori pari ad uno share del 3.1%. Il dato risulta più che dimezzato rispetto alla prima puntata che aveva superato 1,1 milioni di spettatori e l’8,2%.
Un dato del genere alla seconda puntata segna un vero e proprio tracollo, il “Volo” insomma sembra già essere atterrato.
Certo, sulla serata del giovedì si possono trovare delle attenuanti: in contemporanea c’erano Le Iene (la trasmissione in cui Fabio Volo ha iniziato) e c’era L’Isola dei Famosi, questi programmi potrebbero aver “rubato” pubblico a Volo. Ma il dato è eclatante e potrebbe suggerire che la prima puntata non ha affezionato chi l’ha vista e non ha incuriosito chi non l’ha vista.
Aldo Grasso sul Corriere della Sera di stamani sostiene:
Un programma del genere non lo si giudica certo dalla prima puntata; basato com’è sulla reiterazione e sulla capacità di stabilire un appuntamento, ha bisogno di crescere e di espandersi. Qui si possono raccogliere solo alcuni indizi. L’aspetto più apprezzabile di «Volo in diretta» è la durata: 45 minuti, giusto per raggiungere la mezzanotte, sfuggire la probabile noia, evitare rigorosamente la messa funebre del Tg3 per raccogliere le ultime notizie su SkyTg24 prima di abbassare la serranda.
Insomma, per fortuna che la durata è breve…
Aldo Grasso evidenzia alcuni limiti della trasmissione:
Il suo è un programma molto «stile Rai3» con il filmato sui buoni esempi da seguire, la redattrice di «Ballarò» che spiega l’articolo 18, il direttore Antonino Di Bella che si fa riprendere in studio come fosse una Mauro Mazza qualunque, le piccole cose dell’attualità che diventano grandi insegnamenti di vita.
Il critico del Corriere da anche un giudizio sul “personaggio” Fabio Volo, e lo liquida così: “è una delle tante magnifiche incongruenze della cultura pop”.
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