La stagione televisiva non è ancora finita ma già possiamo decretarne i campioni assoluti in termini di ascolti: Don Matteo (Terence Hill) e Pepa de Il Segreto (Megan Montaner).
In un’epoca di frammentazione dell’offerta televisiva, Don Matteo e Il Segreto sono stati gli unici due prodotti seriali (esclusi quindi i “grandi eventi”: calcio, Sanremo, La Grande Bellezza) che sono riusciti a portare costantemente uno share altissimo alle due reti ammiraglie della televisione italiana.
La serie ambientata in Umbria e la telenovela spagnola hanno regalato a Rai1 e a Canale 5 uno share costante del 30%.
Per la precisione, Don Matteo ha concluso la sua nona stagione col 29.25% di share medio e quasi 8 mln di telespettatori medi. Il Segreto, nella sua collocazione pomeridiana – dopo aver raggiunto uno share di circa il 28% fin dai primi mesi di messa in onda – nelle ultime settimane ha ottenuto quasi sempre share superiori al 30% o addirittura al 31/32% con circa 3 mln di spettatori. Discorso diverso per la messa in onda in prime time della soap opera; in questo caso lo share è al 15% con 3,8 mln di spettatori (e punte di 4 mln): è ovvio che sia così, una telenovela non è un prodotto da prima serata e a maggior ragione stupisce che riesca a prevalere in quasi ogni sua messa in onda.
Ribadiamo: il 30% è una quota di share che le tv generaliste si sono dimenticate da anni! E trovare dei prodotti seriali che riescano a raggiungere tale percentuale è una vera e propria “manna dal cielo” per i direttori di rete e per le concessionarie pubblicitarie.
In questo post non vogliamo addentrarci in un giudizio di qualità sui due prodotti presi in esame… Ci piace sottolineare come sia Don Matteo che ancora di più Il Segreto non siano delle produzioni particolarmente “pompate” dalla stampa. Non sono i prodotti “che piacciono alla gente che piace”, non se ne parla nei quotidiani importanti e nemmeno nelle riviste patinate. Eppure quando vengono trasmessi, uno spettatore su tre è sintonizzato su queste due fiction! Ma i radical chic preferiscono riversare fiumi d’inchiostro e di parole su programmi “fighetti” che ottengono micro-risultati di share… Don Matteo e Il Segreto potranno anche non piacere “al giro di quelli che contano” ma sarebbe almeno opportuna una riflessione sui motivi del loro travolgente successo.