Il giudizio di Aldo Grasso – firma del Corriere della Sera e principe dei critici televisivi italiani – su Pupetta – Il coraggio e la passione è piuttosto articolato e non si può sintetizzare come una stroncatura tout court.
Grasso (qui il suo articolo>>) parla innanzitutto dello stile di Teodosio Losito, sceneggiatore delle fiction prodotte dalla Ares Film per Canale 5 (quelle in cui sono presenti Garko e/o Arcuri, per intenderci):
La poetica di Losito si basa sulla figura retorica dell’endiadi, ha sempre bisogno di due termini per esprimere un solo concetto (onore e rispetto, peccato e vergogna, coraggio e passione…). In lui, tutto è amplificato, ogni sequenza ha la sua eco.
A proposito di Pupetta, Grasso suggerisce una doppia chiave di lettura: una più basica e una più accorta:
«Pupetta» è un racconto ultrapop, piace ai semplici per eccesso di sentimentalismo e piace anche ai più avvertiti perché permette loro meta-risate ironiche, un piacere proibito.
Grasso riconosce il tentativo di inserire riferimenti e citazioni nella fiction (il fotoromanzo, un finto Maestro Manzi alla tv, il calendario che segna lo scorrere del tempo…) ma stronca l’impegno recitativo di Manuela Arcuri:
l’interpretazione di Manuela vale la serata. Per chi è affascinato dall’abisso. O dal comico.
Potete anche leggere il nostro – più modesto – commento: Pupetta, un “drammone sublime”, nel solco della tradizione dei romanzi d’appendice >>