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Tv7, puntata di venerdì 4 dicembre 2020 (Rai1)

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Su Rai1, venerdì 4 dicembre 2020 a 00,10, nuovo appuntamento con Tv7


PERCHÉ? A Tv7 parla per la prima volta Giuseppe Marzulli, direttore dell’ospedale di Alzano in Val Seriana ai tempi della prima ondata. Qui, il 23 febbraio, ci furono i primi positivi al Covid dopo la scoperta del cosiddetto ‘paziente 1’. Si rivelerà il cluster più mortale d’Europa. “È stato davvero come andare in guerra”, dice, “siamo stati mandati al fronte senza armi e con le disposizioni ministeriali della circolare 27 che suggeriva di fare il tampone solo a pazienti con legami in Cina. Un massacro”. Lui decise di chiudere immediatamente l’ospedale, poi riaperto per ordine dei vertici regionali lombardi. È questo il cuore dell’inchiesta della Procura di Bergamo. Un’indagine che è arrivata fino all’OMS. “Non abbiamo certo sotto processo l’Oms o il Cts – dice il procuratore Chiappani – noi dobbiamo capire il perché di quei 3mila morti e 21mila contagiati di Bergamo”. Agli atti della memoria consegnata alla Procura dall’Associazione ‘Noi denunceremo – Verità e Giustizia per le vittime di Covid-19’, il report sparito dell’OMS e il Piano Pandemico 2019, rimasto in bozza.
SENZA CASA L’impatto del Covid nelle periferie e nel tessuto sociale più fragile, quello delle periferie. Le storie di chi ha perso il lavoro ed è finito in povertà. E con lo spettro di una nuova emergenza abitativa causata dal mancato pagamento degli affitti. Solo a settembre, la Cancelleria del Tribunale di Roma ha ricevuto 500 richieste di sfratto a settimana. A San Basilio, periferia di Roma, l’emergenza è quella di sempre: le case popolari non bastano e molte restano chiuse in attesa di un assegnatario, malgrado le 13 mila famiglie in graduatoria in città. Chi occupa per non finire sotto un ponte, come una signora di 6o anni che racconta la sua ‘parabola’, rischia di vedersi privare della residenza e quindi di ogni forma di sostentamento e del medico di base.
CINQUE ANNI DI BUGIE Saranno due i processi sul caso Regeni: uno a Roma e l’altro al Cairo. A Tv7 la ricostruzione di quanto accaduto in questi 5 anni con le indagini egiziane costellate da bugie e depistaggi, che non sono riuscite a dare né un nome né un volto a chi ha sequestrato, torturato e ucciso Giulio Regeni. Per i magistrati italiani, invece, i responsabili sarebbero cinque funzionari dei servizi segreti egiziani, che verranno giudicati in contumacia, a causa della mancata collaborazione egiziana. La Procura egiziana ha espresso forti riserve sul quadro probatorio del processo che si aprirà fra poco in Italia, senza produrre tuttavia nessuna ipotesi alternativa. “La posizione egiziana costituisce un oltraggio alla verità e un’offesa sia alla Procura di Roma che alla famiglia di Giulio Regeni” – dice Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International.

CENTO GIORNI Da quasi cento giorni sono in prigione a Bengasi i 18 marinai mazaresi accusati di aver pescato entro le acque territoriali libiche. Tv7 a Mazara del Vallo dove l’attesa è snervante. Da un lato una trattativa complessa con le autorità della Cirenaica, dall’altra le famiglie dei marittimi, che hanno poche notizie dei congiunti e che chiedono il moltiplicarsi degli sforzi per farli tornare in Italia prima di Natale. Sullo sfondo il caos libico, con il generale Haftar che alza il prezzo nei confronti dell’Italia e con l’annosa guerra del pesce che si protrae da troppi anni.
90 ANNI DI CAPUCCI Si definisce un artigiano creatore e, a 90 anni compiuti il 2 dicembre, Roberto Capucci crea e disegna abiti e costumi con l’entusiasmo degli esordi, nel 1950. A Tv7 parla dei ricordi dell’infanzia, degli incontri con le donne straordinarie che ha vestito, una su tutte il premio Nobel Rita Levi Montalcini, delle passioni negate dalla pandemia, del successo con i costumi tratti da suoi bozzetti del ‘Prometeo’ andato in scena all’ultimo festival di Spoleto e, ancora, della sua più grande soddisfazione: tre suoi disegni acquisiti dal Gabinetto delle Stampe degli Uffizi.
IN CONTATTO Incontro con Giuliano Sangiorgi autore, compositore, frontman dei Negramaro da 20 anni sulla scena musicale. Il loro ultimo album ‘Contatto’ ha un titolo emblematico: “oggi la musica – dice San Giorgi – è un acceleratore di particelle che vuole arrivare allo scopo finale di tornare a stringerci. La speranza è di ritrovare presto il pubblico che per noi è fondamentale, non possiamo prescindere dal contatto”.
COME ERAVAMO (MILANO COSÌ) Dagli archivi di Tv7 le mille facce di Milano durante le festività natalizie del 1963. Appunti filmati, immagini “rubate”, strappate alla realtà con tutti i suoi contrasti. La tredicesima ricevuta in deca, banconote da 10mila lire, dai lavoratori che non vedono l’ora di spenderla e quella da 600 lire che un industriale distribuisce a tutti i poveri che si rivolgono a lui; un negozio di alimentari con prodotti esclusivi e prelibati e le periferie sempre uguali a se stesse impassibili anche di fronte all’atmosfera delle feste; le luci, la galleria, piazza del Duomo, l’ora del teatro alla Scala e la fila di uomini soli e disperati al dormitorio comunale di Porta Vigentina.

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