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Report, puntata del 23 ottobre 2017

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Report torna in onda da lunedì 23 ottobre alle 21.05 su Rai3, con la conduzione di Sigfrido Ranucci e la collaborazione delle altre cinque storiche firme del programma: Giovanna Boursier, Michele Buono, Bernardo Iovene, Paolo Mondani e Stefania Rimini. 


Una delle inchieste centrali avrà un’esclusiva di Report: la lista di politici e imprenditori che hanno società e conti nei paradisi fiscali più protetti.

Si parlerà delle migliaia di impiegati nella pubblica amministrazione che da oltre 20 anni lavorano senza diritti e contributi, contratti di assunzione che scadono ogni 4 giorni e altri che prevedono la non iscrizione al sindacato: emerge un quadro deprimente di lavoratori socialmente umiliati.

La genetica sta rivoluzionando medicina, scienza e, a breve, l’economia mondiale. Si è in grado di prevedere la predisposizione ad alcune malattie e si sta trovando la cura a tumori e malattie rare. Ma senza nuove regole, dietro l’angolo, ci sono anche enormi rischi. Potremmo essere discriminati a causa dei nostri dati genetici, che potrebbero finire nelle mani di speculatori. Chi fa affari con il nostro DNA?

A Bruxelles, si aggirano oltre 30mila lobbisti, uno per ogni politico, dirigente e funzionario delle istituzioni europee. Cosa fanno, quanto influenzano le decisioni politiche e la nostra vita? E quanto sono trasparenti le lobby in Italia e in Europa?

Europa unita o Europa degli egoismi? A 25 anni dal Trattato di Maastricht, è ora di fare un bilancio: nell’Unione c’è chi è sul lastrico e chi si è arricchito.

Come ha fatto la Germania a diventare la numero uno? E i nostri imprenditori competono sui mercati internazionali ad armi pari o subiscono una concorrenza sleale da parte dei vicini? E se invece diventassimo gli Stati Uniti d’Europa cosa accadrebbe? Se l’Europa avesse un governo federale, un ministro degli esteri, un sistema di difesa unico e un mercato unico dell’energia, quale sarebbe l’impatto sulla crescita e l’occupazione?

Telecom, Ilva, parte della Sardegna, i nostri asset strategici sono finiti in mani straniere. Si cercherà di capire come si è arrivati a questo punto anche perché con il comando all’estero si perdono fatturato e posti di lavoro tra i fornitori e l’indotto, e soprattutto si logorano autonomia e qualità della nostra classe dirigente.


Cosa si nasconde dietro il click con cui acquistiamo un prodotto online? Un giro d’affari in Europa di circa 1000 miliardi di dollari l’anno e un mondo dove regnano evasione, sfruttamento e interessi mafiosi.

L’Italia è il paese con più anziani in Europa e tra i più vecchi al mondo. Nel 2030 i senior supereranno gli junior di 5 milioni. Significa: pochi che lavoreranno per pagare pensioni, cure e assistenza a tanti. Report ha viaggiato tra Giappone, Germania e Stati Uniti per capire le politiche messe in campo per gestire questo fenomeno epocale. E noi come ci stiamo preoccupando?

L’Italia è il primo importatore al mondo di grano duro, anche da paesi dove le regole su pesticidi e OGM sono molto meno stringenti che in Europa. Di chi è e da dove viene quello della pasta che mangiamo?

L’industria del cioccolato fattura 100 miliardi di dollari l’anno. Il prezzo lo stabilisce la Borsa, mentre i paesi dove viene raccolto il cacao traggono pochi benefici. Report ha ricostruito la filiera produttiva, dalle piantagioni alle fabbriche, per capire quanto c’è di vero sulle etichette e che caratteristiche ha il prodotto che mettiamo in bocca.

Ogni puntata sarà aperta da una “Anteprima”, una mini-inchiesta che svela cosa si nasconde dietro comuni aspetti della vita quotidiana, dall’uso dell’etilometro ai tatuaggi che sfoggiamo, dalla scelta degli occhiali fino al pellet che acquistiamo per la stufa.

Tutte le puntate saranno disponibili anche sul web, sia sulla piattaforma Raiplay con video e anticipazioni sia sul sito www.report.rai.it, anche con materiali e documenti inediti. Continua a crescere l’attenzione verso l’evoluzione di linguaggi, tendenze, modalità di fruizione anche dei social network. Ormai da anni, su Facebook e Twitter, Report è il più seguito in assoluto tra i programmi di informazione della tv italiana, rappresentando una punta di eccellenza nella trasformazione corrente dell’azienda radiotelevisiva in una moderna media company, e si sono fatti apprezzare anche i più recenti profili su Instagram e Telegram. Si rinnova quest’anno l’appuntamento con la diretta Facebook dalla redazione con gli autori delle inchieste, tutti i martedì alle 13.30, e prosegue la produzione di webdoc: un ibrido pensato per la rete che, coniugando audiovisivo, testo e grafica, offre un approccio interattivo e cross-mediale all’informazione. La prima uscita della stagione riserverà documenti esclusivi di portata globale.


LE INCHIESTE DELLA PRIMA PUNTATA

SOCIALMENTE UMILIATI – Di Bernardo Iovene: Lavorano “a nero” nei comuni da 22 anni. Dovevano essere di supporto, invece il blocco del turn over li ha resi indispensabili, si tratta dei lavoratori “socialmente utili”. Non hanno contributi perché percepiscono un sussidio dal ministero del Lavoro e una piccola integrazione dagli enti, anche quella priva di contributi previdenziali. All’Inps trasecolano! Non lo sapevano e manderanno un’ispezione in tutti i comuni che li utilizzano… Lavorano “a nero” per lo Stato e non sono i soli: al ministero della Giustizia con vari escamotage i “tirocinanti”, persone cinquantenni, già da otto anni sopperiscono alla carenza di personale per 400 euro lordi, anche loro senza contributi. Al ministero della Sanità sfruttano i “borsisti” per decenni senza garanzie e senza lo status di lavoratore, eppure in alcuni Istituti sono diventati indispensabili. Poi ci sono i “somministrati”, che lavorano negli uffici pubblici appaltati dalle agenzie interinali: sono diecimila. Intanto i Centri per l’Impiego dopo il referendum costituzionale del 4 dicembre sono nel caos, sballottati tra province, regioni e ministero del Lavoro. Il decreto Madia ha lasciato nell’incertezza questi lavoratori, anzi alcuni sono stati espressamente esclusi dalla stabilizzazione, mentre nel settore privato lo sfruttamento avanza, peggiorano le condizioni e si calpestano i diritti sindacali: basta vedere i turni a cui sono sottoposti i lavoratori “in somministrazione” per il 187 di Tim e i trasportatori di Mondo Convenienza, anche loro inquadrati in cooperative “spurie”.

CIOCCOLATO AMARO – Di Emanuele Bellano: Il cioccolato è così: una voglia improvvisa e non si può fare a meno di scartare la stagnola, scrocchiarlo e lasciarlo sciogliere in bocca. A soddisfare il nostro impulso ci pensa un settore industriale che nel mondo fattura ogni anno più di 100 miliardi di dollari. Si dividono il mercato una decina di grandi gruppi, multinazionali del cioccolato. Il prezzo del cacao, l’ingrediente primario, è stabilito nelle borse di Londra e New York attraverso strumenti finanziari trattati non solo dai produttori di cioccolato ma anche da fondi speculativi che acquistano e vendono enormi quantità di materia prima, allo scopo di ottenere plusvalenze finanziarie. Alla fine la speculazione incide per circa il 30% sul prezzo finale del cacao. Le grandi piantagioni invece si trovano in paesi poveri dell’Africa Occidentale e del Sudamerica. E qui entrano in campo tre grandi gruppi internazionali di certificazione etica, che dovrebbero garantire a noi consumatori occidentali che il nostro cioccolatino non sia stato prodotto facendo lavorare i bambini o distruggendo l’ambiente. È vero? Abbiamo ricostruito il percorso del cioccolato dalla piantagione alla fabbrica, per capire quanto c’è di vero in quello che leggiamo sulla confezione e che cosa ci mettiamo in bocca.


PER UN SOFFIO – Di Antonella Cignarale: Abbiamo mangiato e bevuto, è ora di tornare a casa, ci si mette al volante e dietro l’angolo… ecco la pattuglia che alza la paletta. A questo punto il nostro futuro prossimo (con o senza patente, con o senza ripetuti esami delle urine e del sangue e ammende fino a 6mila euro…) dipende solo da lui: l’etilometro. In Italia dal 1990 affidiamo la verifica dello stato di ebbrezza del conducente esclusivamente a questo strumento. Si soffia nel tubo. L’etilometro rileva la concentrazione di alcol nell’aria espirata e fa i suoi calcoli per arrivare a dire quanto ne sta scorrendo nelle vene. Ma siamo sicuri che questi calcoli siano sempre da prendere per oro colato? Nel mondo scientifico si avanzano dubbi. Intanto nel 2016 in Italia sono stati sanzionati quarantamila conducenti perché non avevano rispettato le soglie alcolemiche stabilite per legge. È giusto che la sanzione sia la più severa possibile, ma si scopre che parecchi automobilisti vengono assolti in giudizio o la fanno franca perché l’etilometro, al momento del test, non era stato utilizzato in maniera corretta. Quali sono allora le avvertenze? E come fa un guidatore ad accertarsi che il test a cui lo stanno sottoponendo sia svolto in maniera adeguata? Perché, attenzione: mettersi alla guida dopo aver bevuto può aumentare il rischio di incidenti ed è una violenza a cui possiamo andare incontro a scapito nostro e di altri, ma affidandoci solo all’etilometro per i controlli e le sanzioni, “per un soffio”… può anche cominciare una storia senza fine.

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