Niente studio, niente talk, niente opinionisti. Al centro de Il labirinto – Storie di ordinaria in-giustizia c’è la vittima. La vittima nella sua doppia dimensione, quella di chi ha subito un’ingiustizia e di chi giustizia non ha avuto.
Con un’intervista che tratteggia chi è, chi era e come viveva, Carmelo Abbate – dal 19 maggio, con sei appuntamenti, in seconda serata, su Rete 4 – ha il compito di raccontare la storia della vittima. Un percorso che dà conto delle fasi dell’accusa e del processo e delinea la metamorfosi della persona, compiuta attraverso le mutazioni del privato, del corpo, degli affetti, del lavoro, delle finanze, della reputazione sociale e/o politica.
Le telecamere de Il labirinto indugiano su primi piani, espressioni, dettagli, emozioni. La sceneggiatura del programma è completata ed arricchita da reportage, testimonianze, visione del contesto storico.
Storie di cittadini, persone sconosciute o famose, imprenditori e politici, celebrities. Casi del giorno e cold case. Persone con in comune la sorte di essere finiti nel labirinto della malagiustizia, quella che non assicura verità, uguaglianza, rispetto dei fatti e dell’evidenza.
Uomini assolutamente normali, le cui vite sono state danneggiate e talvolta distrutte da errori, superficialità, false testimonianze. Personaggi famosi, vittime degli stessi meccanismi che li ha resi popolari per la risonanza mediatica che il caso suscita, minando vita privata e carriera professionale. Figure politiche, finite talvolta in un intreccio perverso di giochi di potere, lotte politiche vendette, ricatti. Protagonisti di fatti di attualità diventati mediatici, con processi interminabili, incertezza della pena, passati da condanne ultraventennali all’assoluzione piena.
Tra questi, le vicende di:
- Giuseppe Gulotta: uno degli errori giudiziari più clamorosi nella storia italiana: nel 2012 è stato scagionato, ma ha passato 22 anni in carcere da innocente;
- Gabriele Cagliari: presidente ENI tra l’’89 e il ’93, coinvolto nello scandalo Enimont e morto a San Vittore, in circostanze non del tutto chiarite, dopo quattro mesi di carcere preventivo;
- Massimo Mallegni: sindaco della cittadina di Pietrasanta, coinvolto in un’inchiesta giudiziaria per la quale ha trascorso 39 giorni in carcere e tre mesi e mezzo ai domiciliari: al processo è stato assolto;
- Fausta Bonino: infermiera del reparto di rianimazione dell’ospedale di Piombino, accusata della morte di 13 pazienti; dopo 21 giorni di carcere è stata rilasciata perché il tribunale del riesame di Firenze ha annullato l’ordinanza d’arresto;
- Filippo Pappalardi: padre dei fratellini di Gravina di Puglia, Ciccio e Tore. Arrestato per sequestro di persona, duplice omicidio volontario e occultamento di cadavere, l’autopsia stabilirà che la causa della morte dei due bambini è una caduta accidentale. Pappalardi ha fatto tre mesi di carcere e ottenuto un risarcimento.
Il labirinto – Storie di ordinaria in-giustizia è un programma Videonews, a cura di Enrico Parodi.