Questa mattina sul Corriere della Sera compare un articolo di Aldo Grasso a commento della fiction Luisa Spagnoli. Registriamo con piacere che anche l’importante critico televisivo arriva a conclusioni molto simili a quelle fatte da noi (la nostra recensione è qui) esattamente 24 ore fa.
Dal punto di vista dell’agiografia, la missione è compiuta.
Poi l’affondo:
Dal punto di vista della scrittura, invece, le perplessità non sono poche. A parte Luisa Ranieri (è così bella che riempie la scena), la recitazione è modesta (la regia è di Lodovico Gasparini), ma soprattutto la sceneggiatura di Franco Bernini e Gloria Malatesta sembra scritta consultando i cartigli dei famosi «Baci Perugina».
Anche il critico tv del Corriere pone dei dubbi sulla nuova frontiera del product placement intrapresa con questa fiction (noi ci siamo azzardati a scrivere che siamo di fronte ad un’operazione di branded entertainment più che di un semplice product placement):
Pongo un problema, da ingenuo. Nei titoli di coda sta scritto che nel programma sono stati inseriti a fini promozionali i prodotti della Nestlé e di Luisa Spagnoli. Siccome si tratta di Servizio pubblico, sarebbe interessante sapere quanto i negozi «Luisa Spagnoli» hanno investito in questa fiction. Per due sere (più tutti i promo), sulla rete ammiraglia della Rai, il marchio ha avuto una visibilità incredibile, difficile da contabilizzare. A questo punto, tutte le grandi imprese potrebbero pretendere una fiction sul loro fondatore.