Il 10 giugno 2013, Il Segreto faceva capolino nel palinsesto di Canale 5… Forse neanche a Mediaset credevano più di tanto in questo prodotto che era stato acquistato dalla Spagna come “riempitivo” estivo.
Si trattava di un produzione inedita, ma con costi evidentemente bassi, acquistata per non spegnere completamente la rete e rimpiazzare gli atroci film sentimentali (magari di fattura tedesca) che di solito invadono i pomeriggi estivi dell’ammiraglia Mediaset. Inoltre, la lunga serialità, rispetto ai film, avrebbe assicurato la fidelizzazione del pubblico. Quindi la scelta, sulla carta, si rivelava soddisfacente ma crediamo che nessuno si aspettasse che una volta in onda tale opzione risultasse addirittura straordinaria!
Il Segreto ha da subito conquistato il pubblico italiano arrivando a circa 3 milioni di spettatori (circa 30% di share) per la messa in onda pomeridiana e ha dimostrato di “reggere” anche alla programmazione serale, quando riesce a conquistare quasi 4 milioni di ascoltatori con circa il 16% di share (ascolti più alti che in Spagna!).
Il risultato è stato particolarmente inatteso in quanto Il Segreto rientra a pieno titolo nel genere telenovela (anche se molto migliore rispetto ai prodotti sudamericani degli anni ottanta). Il genere telenovela mancava da circa 20 anni dagli schermi nostrani ma aveva fatto la fortuna del daytime delle reti Fininvest (poi Mediaset) negli anni ottanta. Nel 2013, però, nessuno avrebbe scommesso che tale genere potesse avere ancora così tanta vitalità…
Il successo de Il Segreto ha richiamato l’attenzione sul genere telenovela, non solo del pubblico ma anche degli addetti ai lavori. I commentatori hanno cercato di studiare meglio il fenomeno e i dirigenti delle televisioni hanno colto l’occasione per sfruttare l’onda lunga di questa rinata passione del pubblico. Anche in Rai hanno tentato la strada delle telenovelas, ma per ora con scarsi risultati: Pasion Prohibida su Rai2 si è fermata poco sopra al 4% e Legàmi, da un paio di giorni nel daytime di Rai1, si attesta poco sopra al 7%. Meglio è andata a Rai Premium che ogni pomeriggio con la storica Topazio si assicura uno share abbondantemente sopra l’1% (molto, per una rete nativa digitale). Mediaset per ora sta “spremendo” al massimo Il Segreto, collocandolo in qualsiasi slot considerato debole ed è pronta a partire, sempre su Canale 5, con Bandolera/Cuore ribelle. Ed entro l’estate Cologno dovrebbe far partire Novela, un canale interamente dedicato alle telenovelas…
SOAP OPERA E TELENOVELA. Per capire meglio cos’è una telenovela è opportuno partire dal confronto con la soap-opera, di cui la telenovela costituisce un sottogenere. La soap è la lunghissima serialità televisiva, infarcita di saghe familiari e drammi amorosi, nata negli anni trenta in America (prima in radio e poi in tv) per veicolare la pubblicità di detersivi e saponi verso un pubblico femminile (soap significa sapone). Spesso a produrre le soap-opera erano proprio le industrie produttrici di detersivi e saponi: Sentieri era inizialmente prodotta dalla Procter & Gamble. Il genere soap-opera (di cui Beautiful rappresenta l’espressione più universale), teoricamente, può avere una durata infinita e il pubblico può seguire “per tutta la vita” le avventure dei protagonisti dello show. La telenovela costituisce l’adattamento “latino” del genere soap, con toni spesso più melodrammatici ed esasperati, la narrazione è meno corale e di solito la centralità viene data ad un personaggio femminile. La telenovela, a differenza della soap ha una durata limitata e prevede una conclusione (200/300 puntate a stagione, e spesso una sola stagione).
